di Giovanna Di Rosa
Mentre Salvini ci informa che andrà all’estero – e per quanto ci riguarda potrebbe pure rimanerci – con i suoi figli, argomento che riveste somma importanza, come immaginerete, ai fini del futuro dell’Italia, quasi quanto il simbolo di cui Grillo vuole reimpossessarsi. Ricorderete che Salvini era quello che proclamava la necessità di lasciare fuori i figli e i bambini dalla politica, giusto per rinfrescarci la memoria, salvo poi esibirli sul palco di Pontida. L’ennesimo dettaglio.
Dunque per Landini il “quorum è possibile” e occorrerà volare a votare l’8 e 9 giugno, così come per il mondo della cultura vituperato, vilipeso e discriminato da questo governo per cui la cultura si fa con la vendetta verso chi ha fatto della cultura la propria vita. Si schiera anche la Cei che invita alla partecipazione. Succede così che il rischio che la partecipazione superi i 13 milioni di voti ottenuto dalle destre (sempre più tese a trasformare l’Italia in Orbania con un Dl Sicurezza che è un’involuzione autoritaria e dà mano libera ai servizi segreti) nel settembre 2022 così da far pesare, anzitempo, il peso delle opposizioni.
Elly Schlein picchia duro: “Quando i fascisti dicono di non votare bisogna fare il contrario. L’Italia saprà stupirci con un’ondata di partecipazione”. Il vicepresidente della Cei usa parole ugualmente dure, solo in apparenza vellutate: “Non sottrarsi all’appuntamento con la propria coscienza e con la comunità, dice il vice di Zuppi Francesco Savino, avvertendo che l’astensione può diventare una forma di “impotenza deliberata, un silenzio che svuota la democrazia”.
Al voto.
(5 giugno 2025)
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