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Breve triste storia delle legge elettorali in Italia alla vigilia dell’ennesimo cambiamento ad uso poltronissima

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E’ interessante ricostruire cronologicamente, magari con l’aiuto dell’AI per i dettagli tecnici, la breve e trentennale tristissima storia dei cambiamenti delle leggi elettorali ad uso poltronissime.

Iniziossi “Il Mattarellum” (Legge n. 277/1993)

Entrato in vigore per le elezioni del 1994 era stato approvato nel 1993; si trattava di un un sistema prevalentemente maggioritario uninominale con una quota proporzionale.

  • Camera dei Deputati: Il 75% dei seggi era assegnato con un sistema maggioritario a turno unico (chi prendeva più voti vinceva nel collegio). Il restante 25% era assegnato con un sistema proporzionale, con liste bloccate e scorporo (i voti presi dai candidati nei collegi uninominali venivano parzialmente sottratti alle liste proporzionali per evitare doppi conteggi).
  • Senato della Repubblica: Un sistema simile, ma con una prevalenza ancora maggiore del maggioritario (75% dei seggi) e una quota proporzionale assegnata su base regionale.

Il sistema mirava a favorire la formazione di coalizioni e a dare stabilità ai governi, sebbene il meccanismo dello scorporo fosse spesso criticato per la sua complessità.

E poi seguì il “Porcellum” (Legge n. 270/2005)

Il Porcellum ha segnato un radicale cambiamento, introducendo un sistema prevalentemente proporzionale con un forte premio di maggioranza e liste bloccate. Il nome Porcellum venne coniato dalla stampa politica dopo la dichiarazioni ei Calderoli che lo definì una porcata.

  • Camera dei Deputati: L’assegnazione dei seggi avveniva su base nazionale. Alla coalizione o lista che otteneva più voti veniva garantito un premio di maggioranza che assicurava almeno il 54% dei seggi, indipendentemente dalla percentuale di voti reali ottenuta. Questo era pensato per garantire una maggioranza stabile alla Camera. Le liste erano bloccate, quindi gli elettori non potevano esprimere preferenze per singoli candidati. Erano previste soglie di sbarramento per l’accesso al riparto dei seggi.
  • Senato della Repubblica: Il premio di maggioranza era assegnato su base regionale, il che spesso portava a maggioranze diverse tra Camera e Senato, con conseguenti problemi di governabilità. Anche qui, liste bloccate e soglie di sbarramento regionali.

Il Porcellum è stato ampiamente criticato per le liste bloccate (che limitavano la scelta degli elettori) e per il premio di maggioranza, che poteva distorcere significativamente il risultato elettorale. Diverse sentenze della Corte Costituzionale ne hanno dichiarato l’illegittimità su alcuni punti.

E quindi venne “l’Italicum” (Legge n. 52/2015)

L’Italicum fu un tentativo di riformare l’irriformabile Porcellum, focalizzandosi sulla Camera dei Deputati e introducendo elementi correttivi. Fu un mezzo disastro.

  • Camera dei Deputati: Prevedeva un sistema proporzionale con un premio di maggioranza per la lista che otteneva il 40% dei voti. Se nessuna lista raggiungeva il 40%, si sarebbe svolto un secondo turno di ballottaggio tra le due liste più votate, e alla vincitrice sarebbe stato assegnato il premio di maggioranza. Le liste erano corte (al massimo 10-12 candidati) e prevedevano la possibilità di esprimere preferenze di genere (due preferenze alternando un uomo e una donna). Erano previste soglie di sbarramento.

A dimostrazione dell’irriformabilità della tristissima legge elettorale leghista-calderoliana anche l’Italicum è stato dichiarato parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale nel 2017, in particolare per l’eccessiva entità del premio di maggioranza automatico e l’assenza di un meccanismo per limitare la distorsione tra voti e seggi in caso di ballottaggio.

E infine venne il “Rosatellum” (Legge n. 165/2017)

L’attuale legge elettorale è il Rosatellum, un sistema incomprensibilmente misto in parte maggioritario e in parte proporzionale, che non serve a nessuno e che non capiscono nemmeno loro.

  • Camera dei Deputati e Senato della Repubblica: Entrambe le Camere utilizzano lo stesso sistema.
    • Uninominale (37%): Una quota di seggi (circa il 37%) è assegnata con un sistema maggioritario a turno unico in collegi uninominali (chi prende più voti vince).
    • Proporzionale (61%): La maggior parte dei seggi (circa il 61%) è assegnata con un sistema proporzionale, con liste bloccate (cortissime, con un massimo di 4 candidati) e la possibilità di esprimere una preferenza solo per il candidato uninominale (il voto dato al candidato uninominale si estende anche alla lista ad esso collegata). Le soglie di sbarramento sono del 3% per le liste e del 10% per le coalizioni.
    • Estero (2%): I restanti seggi sono assegnati nella circoscrizione Estero.

Il Rosatellum cerca di bilanciare la logica maggioritaria (che favorisce la stabilità) con quella proporzionale (che garantisce una maggiore rappresentatività), ma non risolve il problema della partecipazione al voto: la nostra democrazia rappresentativa risulta infatti essere monca a causa delle liste bloccate che lasciano il potere di scelta dei deputati con senno e senza senno alle segreterie dei partiti, o al capo popolo di turno. Risultato: la gente a voltare non ci va più e i governi sono espressione della maggioranza della sempre più risicata maggioranza che va a votare.

Ora aspettiamo altre argute mosse ad uso poltronissima.

 

 

(27 maggio 2025)

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