di Giovanna Di Rosa
Mentre le borse europee hanno bruciato 422 miliardi di euro e Wall Street fino ad ora oltre 2000 miliardi di dollari, per la presidente del Consiglio che è anche Regina d’Europa (giornalismo prezzolato docet), i dazi trumpiani non sono la catastrofe che alcuni stanno raccontando.
Lo ha detto al TG1 (e dove sennò) partendo da un fatto semplice. L’operazione è sbagliata: “Penso che la scelta degli Stati uniti sia una scelta sbagliata” ha detto Meloni all’ammiraglia Rai a voce unica “che non favorisce né l’economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l’allarmismo che sto sentendo in queste ore”. Dunque niente allarmismo l’ha detto Meloni che è, e si nota, buona amica di Trump.
Poi la premier, magnanima, ha riconosciuto che “ovviamente abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere, ma non è la catastrofe che insomma, alcuni stanno raccontando”; del resto, ha aggiunto “il mercato degli Stati uniti è un mercato importante per le esportazioni italiane, vale alla fine il 10% del complessivo delle nostre esportazioni e noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti”.
Meloni aveva in mattinata annullato tutti gli impegni per riunirsi con il gotha del suo governo, Lollobrigida incluso, per arrivare al TG1 delle 20 dicendo che bisogna “ovviamente condividere le nostre proposte con i partner europei”, proposte che sono sconosciute, probabilmente anche al governo; “io non sono convinta” ha poi aggiunto “che la scelta migliore sia quella di rispondere a dazi con altri dazi, perché l’impatto potrebbe essere maggiore sulla nostra economia rispetto a quello che accade fuori dai nostri confini”.
Per Meloni, in conclusione, “bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani”, se solo gli americani volessero e Trump non avesse già detto a più riprese che indietro non tornerà, “con l’obiettivo dal mio punto di vista di arrivare a rimuovere i dazi, non a moltiplicarli”. Insomma la riunione dei giganti del governo ha partorito il solito refrain meloniano: va tutto bene, non è successo nulla. Avanti così.
(3 aprile 2025)
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