Il solito politicamente incomprensibile intervento di Schlein, dopo ore di discussione immaginiamo, arriva a commento della proposta avanzata dalla presidente Ursula von der Leyen con missiva inviata a tutti i capi di governo europei e per un valore di 800 miliardi (pare però che Von der Leyen non abbia potere sulla difesa, che spetta ancora ai singoli stati): un piano di riarmo che piace a pochissimi, e certamente non piace al PD di Schlein che farà sentire le sue grida straziate a Bruxelles.
La segretaria Elly Schlein ha rotto il silenzio con parole che hanno provocato altri silenzi, affermando che “Quella di von der Leyen non è la strada che serve all’Europa. Serve la difesa comune, non il riarmo nazionale” o, in altri termini e secondo altri media, “Il piano si occupa troppo di armi e poco di proposte di pace”. Si decidano. E si decida anche il PD che parrebbe essere schierato al 50% con la presidente della Commissione europea e con l’altro 50% schierato con la segretaria.
Se Putin e Trump riescono a spaccare l’opposizione, anche dalle parti della maggioranza non va per niente bene con Tajani che ha detto con grande chiarezza il suo “Se questo governo fosse contro l’Europa non potrei farne parte”. Che è più di un avvertimento. Succedeva mentre Salvini pronunciava un discorso incomprensibile su dazi e svalutazione del dollaro (che sarebbe molto peggio) che nessuno ha compreso. Tutto questo in attesa della proposta definitiva di Von der Leyen.
(5 marzo 2025)
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