di Lorenza Morello
“A Roma tutte le cose hanno un prezzo” diceva -o almeno così è stato tramandato- Decimo Giunio Giovenale, per arrivare al più recente Pablo Escobar “Tutti hanno un prezzo, la cosa importante e scoprire qual è “.
Beh, io direi che la società contemporanea questo mistero l’ha svelato da tempo. Perché se è vero che in questa epifania la maggior parte dei nostri connazionali (i dati parlano di ascolti da record) è impegnata a guardare la finale Milan-Inter a Riad, il prezzo ce lo siamo dati da soli.
Cosa intendo dire? Intendo dire che la coerenza dovrebbe essere il prezzo della vita di ciascuno di noi (almeno, così è a parere di chi scrive). Ma i numeri di massa mi danno torto.
Perché ci diciamo indignati per le discriminazioni con le donne – ma non sappiamo resistere (né noi né tantomeno gli atleti lusingati da montepremi da capogiro) dal guardare con la bava agli occhi – perché la bocca ormai è asciutta – le competizioni luminose che pressoché in tutte le discipline lusingano atleti occidentali, incuranti che quei soldi provengano da governi che torturano le donne o proclamano leggi per le spose bambine (è di queste ore la notizia che l’Iraq stia per abbassare la soglia di matrimonio per le donne a 9 anni di età).
E che dire poi se magari la nostra squadra (o atleta) del cuore lo compra un fondo di quei paesi lì? “Con quei capitali vinciamo di sicuro…e comunque lo sport che c’entra??!”
Perché siamo tutti garantisti delle democrazie, ma se poi nella regale Inghilterra aprono 85 (avete capito bene, 85!) tribunali che applicano la legge della Sharia, a Buckingham non si batte ciglio (purché le tasse vengano versate, ammazzatevi come credete).
Perché siamo tutti per Cecilia Sala, ma fare le vacanze al caldo quando qui fa freddo è davvero un toccasana, e quindi viva il Saudi Arabia (che poi io per le donne in galera che ci posso fare)?
Perché siamo quelli di “Giù le mani dai bambini” salvo poi confermarci da decenni come uno dei primi paesi al mondo per turismo sessuale maschile di matrice pedofila.
Perché è bello cantarle alla Meloni da Cortina, ma a prendere i soldi della consulenza mica ci mandiamo qualcun altro…
Che siamo tutti arrabbiati, garantisti, indignati. Ma vuoi mettere vedere una bella partita di qualsiasi sport, magari al caldo, e magari anche con una donna accanto che sta zitta sennò son botte (perché così si fa, e che diamine!) e nemmeno troppo vecchia.
Perché, come diceva giustamente Oriana Fallaci, ci hanno conquistati per il nostro ventre molle e le lusinghe dei piaceri. Ci hanno preso offrendoci lussi che diversamente mai potremmo permetterci e diversivi nella nostra quotidianità banale e annoiata. Perché nessuno ammira il lusso e la ricchezza come chi non ce l’ha e mai in altro modo potrebbe raggiungerla.
E noi per loro abbiamo coperto statue ignude e rinunciato al crocefisso, pur di non offendere i loro di culti, anche a onta dei nostri. E sono entrati nelle nostre case, nelle nostre aziende, nei nostri governi e noi ci siamo fatti comprare ne’ più ne’ meno dei più loschi e deprecabili affaristi senza ritegno.
E poi siete tutti democratici voi, ma quando dico queste cose io (che di lavoro faccio la giurista d’impresa, quindi rispetto a voi non dico “Oh, Giove, che ovvove il capitalismo!”) ma continuo a sostenere che ci siano dei limiti invalicabili, per tacitarmi la sola cosa che riuscite a dire è “Comunista”. Posso dire? Chi ragiona così è la disgrazia del pianeta.
(7 gennaio 2025)
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