di Alessandro Paesano
Il 1 dicembre si celebra la giornata mondiale di lotta all’AIDS.
Qual è la situazione in Italia? I dati pubblicati dell’Istituto Superiore della Sanità vedono per il 2023 un aumento dei nuovi casi diagnosticati di HIV attribuibili a trasmissione sessuale etero (uomini che fanno sesso con donne; donne che fanno sesso con uomini) pari al 47,7% (nel 2022 era al 43%), 26,6% uomini (nel 2022 erano al 25,1%) e 21,1% donne (nel 2022 erano al 17,9%) mentre è in diminuzione quella attribuibile a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) pari al 38,6% (era al 40,09%).
Al Registro Nazionale AIDS, attivo dal 1982, nel 2023 sono state notificate 532 nuove diagnosi di AIDS, pari a un’incidenza di 0,9 casi per 100.000 residenti, registrando un aumento dei casi rispetto al 2022.
Nel 2023, tra le nuove diagnosi di AIDS, l’84,1% riguarda persone che hanno scoperto di essere positive all’HIV nei sei mesi precedenti alla diagnosi di AIDS.
Dal 2015 è in continuo aumento il numero di persone a cui viene diagnosticata l’infezione da HIV in maniera tardiva (late presenters), cioè molto dopo aver contratto il virus.
Nel 2023, due terzi delle persone che hanno rapporti eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM sono state diagnosticate con un numero basso di CD4 cioè sono entrate in contatto con il virus da molto tempo e il virus agnd indisturbato ha potuto danneggiare cospicuamente il sistema immunitario.
Questo dimostra come oltre alla protezione adeguata che si può ottenere grazie al profilattico maschile (condom) e femminile (femidom) o a profilassi pre-esposizione come la PrEp, rimangono centrali le analisi di controllo precoci, fatte cioè frequentemente.
Oggi, almeno in occidente, le persone positive all’Hiv hanno un’aspettativa di vita molto simile a quella di tutte le altre, mentre le donne possono partorire per via naturale evitando la trasmissione del virus per via materno-infantile. Per molta stampa e per la maggior parte dell’opinione pubblica è diffusa l’idea – errata – che chi le persone che hanno contratto il virus dell’immunodeficienza umana siano costrette per motivi medici ma anche morali a una vita isolata e piena di rinunce, anche dal punto di vista sessuale.
In realtà moltissimi studi scientifici hanno dimostrato che le persone che hanno contratto l’Hiv grazie alla terapia antiretrovirale azzerano la propria carica virale (non rilevabile nel sangue). Le persone con carica virale azzerata non possono trasmettere l’infezione tramite i rapporti sessuali anche non protetti. Questa evidenza scientifica viene indicata con l’acronimo U=U (“Undetectable equals Untransmittable” vale a dire “Non Rilevabile uguale a Non Trasmissibile”). Questo dato di fatto è ancora poco conosciuto diffuso dai mass media come ha dimostrato un recente studio (marzo 24) dell’Università di Pisa.
Parlare adeguatamente di U=U ha delle ricadute positive sui test di controllo e sull’aderenza terapeutica (prendere SEMPRE gli antiretrovirali) riducendo così la trasmissione del virus.
Per maggiori e più approfondite informazioni nonché per un orientamento specifico all’effettuazione dei test ci si può rivolgere al proprio medico curante oppure ai Servizi di HIV/AIDS/IST Counselling telefonico, quali il Telefono Verde AIDS e IST dell’Istituto Superiore di Sanità (800861061), i Servizi della ReTe AIDS nonchè più in generale i Servizi informativi delle Strutture Pubbliche e delle Organizzazioni Non Governative.
(30 novembre 2024)
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