di Giovanna Di Rosa
La Signora Venier di professione conduttrice di contenitori televisivi di facile ascolto e di buona audience, a quanto ci dicono, avrebbe una sua piacevolezza di conduttrice, ci dicono anche questo – non l’abbiamo mai seguita, con tutto il rispetto. In onore a questa sua piacevolezza viviamo dunque con umanissima compassione il momento di disperazione comunicato ad un Aldo Cazzullo presumibilmente affranto, dopo che la dirigenza dell’azienda per la quale lavora le ha fatto leggere un comunicato-ordine-dall-alto per ristabilire le giuste distanze da un pericoloso sovversivo come Ghali che ha avuto persino il coraggio di schierarsi dalla parte dei più deboli.
La fin troppo amata Signora Venier che dalla vita ha tanto avuto, persino troppo, direbbe qualcuno armato di cattiveria, legge il comunicato di quelli che si sentono i più forti finché dura perché agiscono per l’azienda Rai in mano al governo, ma pagata coi soldi dei contribuenti, e zittisce il dissenso prestando la sua voce alla censura.
Poi piange: e certamente poteva fare di più: rifiutarsi di leggere il comunicato e chiuderla lì con la Rai e con la carriera, fin troppo lunga, regalatale da quella fortuna che pare eterna ma prima o poi finisce. Piange non perché si è prestata a una censura, ma perché il pubblico la prende a sberle da un social all’altro dando, non essendo ancora definitivamente soppresso l’Art.21 della Costituzione nonostante certa dirigenza Rai, la sua opinione che, guarda guarda, forma l’opinione pubblica.
Non c’è bisogno di scrivere oltre.
(14 febbraio 2024)
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