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A Buenos Aires siamo già al: “Milei traditore”

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Milei ha detto esattamente tutto quello che avrebbe fatto, ma evidentemente abbagliati da seghe circolari e altre roboanti magie, gli argentini ci sono cascati e lo hanno eletto a stragrande maggioranza. Poi succede che lui procede dritto  e comincia a mettere in pratica ciò che ha promesso, ma comincia dal restringimento delle libertà individualinel paese approvando una Ley Ómnibus, cioè che comprende tutto:  trecentottantadue articoli su seicento previsti, che prevedono, tra le altre cose: la privatizzazione delle imprese statali, l’aumento dei poteri del Presidente, il taglio degli aiuti statali ai cittadini, al settore della sanità e dell’educazione.

E il voto dei parlamentari articolo per articolo è previsto nei prossimi giorni. Poi toccherà al Senato.

Nel frattempo gli argentini sono furiosi e manifestano perché si sono accorti, un po’ tardi, ma ognuno ha i tempi suoi, che il guitto con sega circolare al seguito e promesse roboanti faceva proprio sul serio. Eccoli di nuovo manifestare n piazza incendiando cassonetti, faccia coperta, bandiera nazionale al collo (maglietta di Messi, no?) affrontando – pare – migliaia di agenti in tenuta antisommossamilitari in moto con i fucili puntati verso i manifestanti. e via e via.

Succede, e non fa piacere scriverlo né tantomeno vederlo, che quando si vota col prosciutto sugli occhi poi il prosciutto finisce. Magari per fame. E si torna dove si sapeva che si sarebbe finiti.

Ora gli argentini hanno capito che il territorio, che è ricchissimo di risorse naturali “sarà messo in vendita” senza “nessun beneficio per loro” e Milei dal canto suo, ha ribadito che non ci sono altri piani del suo governo e che i primi risultati della bonifica ci saranno non prima di due anni, dunque continueranno svalutazione della moneta nazionale, aumenti dei prezzi, licenziamenti e tagli ai sussidi. Succede quando si vota con la pancia. E non vale solo per gli argentini.

 

 

(3 febbraio 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 



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