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Meloni sull’Ambiente: “Un appoggio ecologico, non ideologico”

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E’ con un formidabile assist politico alle opposizioni (“Vediamo se ci provate…”) che Meloni riesce a non dire nulla sull’Ambiente anche a Cop 28 clamorosamente ospitato dagli Emirati Arabi Uniti che, mentre ospitano la conferenza sull’ambiente, annunciano che hanno deciso di aumentare le estrazioni di petrolio del 42% entro il 2030: per la presidente del Consiglio italiana sulla transazione ambientalista serve infatti “Un appoggio ecologico, non ideologico”, casomai al PD e alle opposizioni verdi venga l’idea di dire che non si sta facendo abbastanza.

Effettivamente non si sta facendo abbastanza e persino Miss Von der Leyen, prudentissima perché si sente sfilare la poltrona di presidente della Commissione Europea non per perdita di voti, ma di consenso interno alla maggioranza Ursula, rischia la vita dicendo che la persistenza del carbone nel micidiale mix di combustibili fossili deve essere ridotta se non eliminata nel più breve tempo possibile, locuzione che non si sa esattamente dove ci porti dal momento che “il più breve tempo possibile” si riferisce a un fate voi il meglio che potete secondo i vostri porci comodi… Detto meglio, s’intende.

Meloni riesce a non dire nulla anche quando parla di nucleare, inserendosi tra Macron e qualcun altro che parlano di “triplicare le capacità energetiche nucleari entro il 2050”, con un inconsistente “Non ho nulla contro il nucleare, ma aspetto la fusione”. Cosa vuol dire non si sa, ma fa tanto expertise icon, soprattutto quando la presidente del Consiglio aggiunge di credere “che la grande sfida sarà la fusione nucleare e credo che l’Italia debba avere la capacità di pensare in grande”. E a ruota ecco la notizia che le reti di governo sottolineano: “Centosedici paesi (su 199) si impegnano a triplicare la capacità di energia rinnovabile nel mondo da qui al 2030″.

Si impegnano non vuol dire che certamente lo faranno. Sarà un dettaglio. Forse no. Sta di fatto che tra Meloni e reti allineate si parla molto senza dire niente.

Ed è forse irrilevante sottolineare che al momento, lo sottolineano importanti fonti scientifiche, la massima produzione di energia da fusione nucleare raggiunta sia di 59 megajoule in un intervallo di tempo di circa cinque secondi: ciò che consuma oggi un’autoelettrica per percorrere 100km; 59 mejaoule corrispondo più o meno a 16 chilowattora. Una famiglia italiana consuma mediamente un po’ più di duemila chilowattora all’anno. Va aggiunto che il traguardo per una produzione di energia da fusione nucleare degna di chiamarsi produzione è fissato molto entusiasticamente al 2050, cioè trentacinque anni dopo che di Meloni e delle sue acrobazie verbali non sarà rimasto che un lontano ricordo. Delle pochissime e purtroppo inutili azioni che alle acrobazie verbali sono seguite, rimarranno invece ulteriori danni ambientali. E questa non è ideologia. Così come parlare per dar aria ai denti non è politica. Con tutto il rispetto.

 

(2 dicembre 2023)

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