di Giancarlo Grassi
Non era bastato un vice capogruppo del PD che non è iscritto al PD e non ha intenzione di iscriversi, e che sulla maternità surrogata la pensa quasi come Roccella, no. Non era bastato e qualcuno spiegherà agli elettori del PD come si può avere un Paolo Ciani in quel ruolo importantissimo senza che sia iscritto al partito, e come mai lì c’è finito – perché a forza di fare il Peppone si dà ragione, nei fatti, a Don Camillo. Non essendo bastato quello il PD decide di mandare a discutere di politica a Otto e Mezzo una Jasmine Cristallo che con pochissimi argomenti, sulla difensiva e con poca, pochissima capacità dialettica, riesce ad accusare di paternalismo chi muove puntute, fastidiose, insopportabili ma giustissime critiche a ciò che è dato vedere del PD oggi.
Siamo al Partito Democratico del non accettare critiche, della sempre maggiore distanza dall’elettorato, del PD che è il cambiamento che il mondo aspettava quando vince a Udine e dei silenzi tombali quando perde sonoramente nel resto d’Italia: e siamo ai peones che inneggiano alla difesa dell’indifendibile come si faceva nei partiti di destra quando il PD contestava chi lo faceva. Nemmeno citare Zingaretti che ricorda “Il PD non ha una linea” è accettabile per la generazione schleiniana inserita nel partito alle ultime elezioni disastrosamente perse lo scorso 25 settembre. E’ paternalismo. Parola della nuova pasionaria Cristallo che non trova di meglio della difesa ad oltranza nonostante Schlein sia assente, da settimane, su tutti i temi importanti per l’Italia lasciando il governo Meloni libero di scorrazzare come vuole. Ma nelle critiche c’è malafede. E non l’abbiamo detto noi.
(8 giugno 2023)
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