di Giovanna Di Rosa
L’ultimo viscido attacco contro civili e bambini, con bombe sulle auto ordinato da Vladimir Putin contro l’Ucraina che resiste all’invasione e viene trattata come colpevole e criminale, ha provocato la reazione governativa di Meloni d’Italia che, immemore delle sue passate adesioni al pro-Putin, si è spostata ora sul fronte atlantista. Finché dura e finché sta in Italia, perché quando parla con gli spagnoli di Vox! è più filo-polacca e filo-ungherese, diciamo…
Si affianca alla popolarissima leader del finché dura (ricorderete la privazione dei galloni del colonnello fratello d’Italia del modenese) Antonio Tajani che parla per bocca di Berlusconi che dopo le uscite elettorali su governo ucraino e gente per bene ha pensato bene di chiudersi la bocca sull’argomento, lasciando al suo prode scudiero ciò che va detto. Berlusconi non è però l’unico muto sulla scena. Abbiamo anche Salvini, non solo muto ma anche sordo, che sull’orribile attacco russo non spende una parola. Non si scomodano nemmeno i suoi: tacciono i governatori dell’est, tace Giorgetti (non che sia una novità), tace tutta una Lega normalmente insopportabilmente logorroica soprattutto se c’è da difendere l’interesse leghista.
Forse che frenare la logorrea venga ritenuta buona pratica per non andare contro l’interesse leghista?
(11 ottobre 2022)
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