di Giancarlo Grassi
Nel pieno della sua propaganda il Salvini degli slogan semplici per menti semplici deve spostarsi il più velocemente possibile il più a destra possibile, anche oltre Meloni e il nero a cinque stelle, e gli è sembrato ovvio buttarsi di nuovo sulle disgrazie di chi ha meno, appartenendo lui alla classe degli abbienti.
Dice il vero quando parla di 500mila migranti irregolari: fa propaganda quando parla di rimpatri da subito – perché se vince lui che è dio, si fa tutto subito, come dimostra il primo governo Conte del nulla di fatto con epilogo al Papeete – perché il subito non esiste: cinquecentomila persona da rimpatriare, agli attuali ritmi italiani (6000 rimpatri circa all’anno) oltre ad avere un costo di circa 3 miliardi di euro vorrebbe dire rimpatri continui per 83 anni; inoltre Salvini dimentica di dire che senza accordi con i paesi d’origine gli irregolari non posso rientrare nei paesi d’origine, che non li fanno rientrare e gli accordi non sono mai stati fatti: succede quando si è troppo impegnati a fare propaganda e non si ha tempo di lavorare.
Molto più comodo sarebbe impegnarsi, anche da razzisti opportunisti quali certuni sono, a una sanatoria per tutti in cambio di un impegno certo nel mondo del lavoro offerto da aziende italiane, magari con corsi di specializzazione inclusi. Non vedono l’ora, irregolari e aziende – esseno l’italiano italico impegnato a lavorare in nero e farsi foraggiare col reddito di cittadinanza oppure con i casting dei vari talent [sic] ad uso televisivo.
Ecco quindi il Salvini che parla già da capo di governo, e di “quando saremo al governo” come se non avesse perso tutte le elezioni della sua segreteria, che rilancia le solite destre razziste e intolleranti a raccontare panzane sociali irrealizzabili come fanno dal 1992. Dopo gli ultimi straordinari risultati del loro ultimo governo, quello dello spread a 522,11, quello di cui Meloni era ministra senza portafoglio, quello di cui Meloni negava di essere stata ministra.
(25 luglio 2022)
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