di Giovanna Di Rosa
Giuseppe Conte sembra non essere più il lucido presidente del Consiglio che è riuscito a governare con la Lega e poi con l’opposto della Lega, e persa la protezione dell’apparato mediatico a 5stelle che costruiva la narrativa del suo governo, pare spasmodicamente essere alla ricerca della cosa giusta da dire sia in televisione, sui giornali, in radio o, come in questo caso, intervenendo al terzo ciclo di lezioni della Scuola di formazione 5 Stelle.
Conte ha parlato di continuare ad “operare per difendere il reddito di cittadinanza (…) abbiamo 10 milioni tra poveri assoluti e relativi”. L’ex presidente del Consiglio ha poi tuonato contro il “il feroce attacco, concentrico, del sistema mass-mediatico, diretto a sporcare questa misura” così feroce, nelle parole di Conte, da rendere “difficile riuscire a organizzare un discorso articolato nei contesti che ci vengono offerti”. E noi a pensare che fosse il M5S ad essere in confusione e invece è colpa dei mass-media.
Non ci sembra di avere letto un gran casino sul reddito di cittadinanza, che non è mai stato messo in discussione nemmeno da Draghi, abbiamo però riscontrato una certa incoerenza tra quello che si vota con scadenza al 31 dicembre 2022 e quello che si grida in vista delle elezioni del 2023 che per il M5S saranno un massacro, considerando che hanno voluto e votato il dimezzamento del numero dei parlamentari ed ora si accorgono che stanno morendo. Nessuno, qui, mette in dubbio che il M5S sia “al governo per difendere anche questa misura” come sottolinea l’ex premier nella dichiarazione ripresa dall’Adnkronos, ma certamente ci si chiede come mai il blog di Grillo, quel padre fondatore da 300mila euro all’anno, pubblichi articoli di un autore che vede nel ministro degli Esteri Di Maio il peggiore di tutti i mali e come mai per un Di Maio che fa cose ci sia un Conte che nell’azione politica ne azzecca poche.
Sarà che il “badare alla sostanza” faccia perdere di vista la consistenza reale di quella sostanza?
(18 maggio 2022)
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