di Ghita Gradita
Una divertentissima edizione 2022, pur se con troppe similarità stilistiche come l’eccesso di uso del falsetto secondo noi, ma alcune canzoni di grande bellezza. Abbiamo amato molto il brano dell’Azerbaijan e della Polonia, ci è piaciuto quello dell’Armenia e abbiamo trovato incomprensibile l’ingresso della Serbia in finale. Ma il pubblico è sovrano e il suo giudizio va rispettato.
Emozionante la performance dei nostri due eroi Mahmood e Blanco con Brividi che è da brividi soprattutto per tutto quello che dice senza dirlo esplicitamente. Tra le varie esibizioni quella indimenticabile per inutilità, capelli al vento e solite mosse, della concorrente spagnola su una base musicale sentita, risentita, trita e ritrita in odore di ciclostile: inaguantable, ¡vaya!. La canzone-ciclostile arriva inspiegabilmente terza.
Anche la Francia non ci entusiasma così come il Regno Unito (secondi); abbiamo invece trovato interessante la canzone della Germania e del Belgio (con bonura dei cantanti al seguito) per niente apprezzate dal pubblico. Un gioiellino la canzone della Lituania. Travolgente il pezzo della Moldavia. E poi l’Australia che presenta una delle voci più belle ascoltate negli ultimi tempi: indimenticabile.
E quindi le ospitate speciali: Måneskin che cantano Supermodel – in anteprima mondiale, se non abbiamo capito male – che è un altro gran pezzo, altro che fuoco di paglia; sono una band che sul palco è nitroglicerina e ha in Damiano un front-man da fare invidia ai grandi gruppi rock del passato. E a proposito di passato ecco anche Gigliola Cinquetti (e tocca dire che “Non ho l’età” era anche una bella canzone), prima italiana a vincere l’Eurovision, che torna 58 anni dopo e va una gran figura.
E poi Mika: un vero performer che offre alcuni minuti di puro piacere. Un’esibizione spettacolare. Il vincitore di Eurovision2022 è soprattutto lui. Bravo Gabriele Cursi, al limite dell’incommentabile i siparietti di Malgioglio.
(14 maggio 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata