di Giancarlo Grassi
Salvini deve essersi dimenticata l’unanimità con la quale il governo di cui fa parte ha votato l’invio delle armi all’Ucraina, scadenza dicembre 2022, e si lancia a raccontarci quello che lui si aspetta da Draghi negli USA e dall’incontro con Biden. Si lancia quindi in un lungo elenco delle ragioni per cui Salvini vuole la pace.
Il segretario leghista in caduta libera parla di “contesto economico difficile, tasso di disoccupazione, inflazione che cresce, costo delle bollette di luce e gas, costo delle materie prime, caro benzina, caro metano, caro diesel” nonché le elezioni alle porte e quelle del 2023 per le quali la campagna elettorale è già lanciata, con biecume al seguito, “n on possiamo più permetterci altri mesi di guerra”. Dunque, siccome lo ha detto Salvini, arrivare “alla pace subito è vitale”.
Così Salvini mette i puntini sugli “i” ad esclusivo uso di Salvini, cavalcando il nuovo filo-putinismo italico e il “no alle armi” non dimentica però di dire che “c’è un Paese che ha aggredito e un Paese che è stato aggredito”, dichiarazione della quale si sentiva la mancanza, e poi aggiunge pericolosamente di ritenere che “entrambi le parti in guerra vogliano farla finita”: peccato per il suo intuito politico che alle richieste di cessate il fuoco Putin abbia sempre risposto picche, e a precise richieste di Macron in tal senso la risposta sia sempre stata: “Non è ancora il momento”.
Certo, noi foto con Putin non ce ne siamo mai fatte, puta caso che Salvini sappia cose che noi miserabili non possiamo nemmeno immaginare….
(10 maggio 2022)
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