di Giovanna Di Rosa
Dopo che Mario Draghi ha riferito in Senato sulla guerra scatenata da Putin in Ucraina, usando toni appassionati, a volte, e delineando comunque la road-map di aiuti e di interventi non armati contro la Russia, ottenendo anche l’appoggio di FdI che per la prima volta ha votato con il governo, Matteo Salvini è riuscito a dare il meglio di sé, di nuovo.
Dopo avere garantito il “pieno appoggio al Governo” da “parte nostra” ha regalato l’aforisma del giorno. Col tono saccente di chi pontifica con gli amici in metropolitana mentre va allo stadio, Salvini ha regalato il suo “Se si risponde con le bomba non si sa mai dove si va a finire” frase ad effetto che dovrebbe avere rivolto anche al suo amico di un tempo: quel Vladimir Putin che le bombe le ha lanciate non in risposta, ma direttamente. per attaccare.
Se non fosse che il segretario leghista ha recentemente dichiarato di non vedere Putin da almeno sei o sette anni (e sono noti incontri con fotografie al seguito, la famosa cena con Savoini al seguito della quale Salvini allora ministro dell’Interno nulla sapeva, nemmeno che Savoini era invitato), si sarebbe persino tentati di credere alla sincerità del suo intervento (poche ore prima aveva pronunciato un “Finalmente profughi veri”, riferendosi a chi dovrà fuggire dall’Ucraina causa guerra in atto che si commenta da sé e che è, forse giustamente, passato sotto silenzio).
(1 marzo 2022)
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