di G.G. #politica
E’ certamente un mondo della scuola che è tutto un’armonia, per dirla con una battuta, con espressioni di quest’armonia che andrebbero, francamente, riviste nelle cause che le generano, prima che nelle loro manifestazioni pubbliche. Il collaboratore scolastico che aggredisce un giornalista non fa onore alla sua categoria. Proprio come certi giornalisti non fanno onore alla loro. E’ sempre questione di comportamenti.
Dopo le aggressioni e le violenze in piazza a targa No Vax – non c’è nessun popolo capace, come quello italiano, di farsi infinocchiare dagli infiltrati violenti che si insinuano dentro tutti i movimenti che lasciano la porta d’ingresso spalancata – è Matteo Renzi a fare sentire la sua voce, al bel programma targato De Gregori-Parenzo “In Onda” su La7 che si riferisce all’aggressore del giornalista Rai dicendo: ‘‘Per me quel collaboratore scolastico va licenziato… Un collaboratore scolastico mette le mani su un giornalista? Per me deve andare di corsa a casa” aggiungendo poi che i violenti sono una “sparuta minoranza”.
Renzi ha poi detto, ospite di “In Onda” su La7, di essere certo che i “violenti” come l’aggressore – stipendiato statale pagato anche con i nostri denari e non certo per pestare i giornalisti, in uno stato democratico – che “serve la linea dura senza alcun buonismo” e di essere per “l’obbligatorietà del vaccino. Quello che ha picchiato Giovannetti era un collaboratore scolastico e nella scuola c’è l’obbligo vaccinale. Ci sarà bisogno di una terza dose. Serve una battaglia culturale. Non hai il Green Pass? Allora non puoi entrare in alcuni luoghi”.
Poi ha parlato di coloro che minacciano di bloccare le stazioni (da oggi, 1 settembre): poche e semplici parole. Se “vuoi bloccare le stazioni” allora intervenga “la forza pubblica”. E che questo stato ricominci a tutelare le maggioranze che lavorano per stare dentro a tutto ciò che succede cercando di fare il meglio con quello che c’è e usi un po’ più di decisione con coloro per i quali ogni momento di difficoltà è buono per cercare la destabilizzazione a tutti i costi.
(1 settembre 2021)
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