di Paolo M. Minciotti, #ddlzan
Essendo a volte la politica così dura da farti comprendere che dove non ci sono capacità, e soprattutto quando non ci sono capacità, tocca rivolgersi ai santi , in un paese la cui Costituzione è laica, sperando in un miracolo. Lo ha fatto Matteo Salvini, famoso per brevissimo tempo per essere diventato l’uomo dei rosari, sbugiardato persino da Bergoglio, uomo di pace e Papa, per ricordarlo ai leghisti che se lo sono dimenticati, e lo fa ora tal Carissimi consigliere leghista in Umbria, con un post su Facebook dove invita a pregare per evitare l’approvazione de Ddl Zan.
Considerando che nel favoloso mondo leghista qualsiasi cosa vale, basta che non ci sia da lavorare duro per mettere in pratica ciò che si è predicato in campagna elettorale, perché spesso si è venduto fumo, la cosa non stupisce.
Certo è che l’iniziativa di Carissimi mette in dubbio addirittura, ed inconsapevolmente, perché troppa fede acceca, soprattutto quando la si propaganda sui social, la proposta di legge che sarebbe migliorativa rispetto al Ddl Zan e che vede tra i firmatari anche Salvini, facendo sospettare che non sia nient’altro di un’ennesima trovata propagandistica che non porterà da nessuna parte, proprio come l’Umbria non sta andando da nessuna parte con la giunta leghista al governo. E’ un amaro destino quello leghista.
Non restano che i rosari (ma sconsiglieremmo di usarli a vanvera, visto come è andata a Salvini). Poi facciano loro.
(13 maggio 2021)
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