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Pandemia, sexting e condivisione di immagini intime non consensuale: un problema che può essere affrontato in sette passaggi grazie a Facebook

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di Redazione, #Social

La pandemia ha trasformato il nostro modo di vivere e anche per chi non è stato toccato direttamente dal virus la vita si è complicata notevolmente. Lo sanno bene i single di tutta Italia che si sono trovati a dover riflettere sul significato di congiunto e sul fatto di non avere una relazione stabile. Per fortuna le app di dating da Grindr a Tinder e le piattaforme social hanno permesso di costruire dei legami virtuali in attesa che i colori delle regioni permettessero di trasformare quei rapporti mediati da smartphone o pc in conoscenze reali anche solo tramite un incontro al parco.

Si sono così moltiplicati i match e le conversazioni online e a volte conoscere qualcuno è risultato anche più semplice.

Ci sono stati però anche molti di casi di condivisioni di immagini intime non autorizzate. Basta poco infatti a stuzzicare o voler apparire sexy a distanza e condividere un’immagine, azione di cui però ci si può pentire. Una foto inviata per gioco può diventare così un memento di un rapporto fallito, di una fiducia tradita.

Anche senza che si trasformi in revenge porn o sextortion in un attimo una foto piccante può diventare virale. Se è vero che il sexting in quarantena è quasi spontaneo è vero anche che basta poco perchè sfugga la mano.

Facebook, Instagram e Whatsapp, tra le piattaforme più utilizzate per la condivisione della quotidianità in pandemia, sono tra i media su cui possono circolare queste immagini.

Proprio per arginare il fenomeno legato alla condivisione di immagini intime non consensuale Facebook già dal 2020 ha attivato un progetto pilota con l’associazione no-profit di promozione sociale Permesso Negato e oggi scende in campo anche con il Garante per la Privacy. Insieme infatti hanno dato vita a degli strumenti per segnalare queste violazioni sia in modo preventivo sia per rimediare ai danni.

Solo nel quarto trimestre del 2020, infatti, sono state identificate e rimosse 28 milioni di immagini di nudo e atti sessuali di adulti, nel 98,1% dei casi ancor prima che venissero segnalate da qualcuno.


Cosa fare dunque se si teme che le proprie immagini intime siano condivise senza consenso?

Se una persona teme che una sua immagine o video intimo possa essere condiviso senza il suo consenso può contattare, in Italia, il Garante Privacy o l’associazione no-profit PermessoNegato e fornire quell’immagine/video in modo sicuro a Facebook per evitare che venga condivisa sulle sue piattaforme (Facebook e Instagram).

Ecco come funziona l’iter: 

Se qualcuno minaccia di condividere l’immagine intima di una persona senza il suo consenso (o una persona teme che qualcuno possa farlo). La persona può contattare il Garante per la Protezione dei Dati Personali o PermessoNegato che le spiegano le normative di Facebook per le immagini intime condivise in modo non consensuale e le offrono la possibilità di partecipare al programma pilota, se le sue immagini soddisfano i criteri. Il Garante o PermessoNegato lavorano con la persona per definire accordi di riservatezza e ricevono la sua autorizzazione ad assisterla in questo percorso.

7 step per non temere più la circolazione delle proprie immagini intime non consensuale:

  1. Dietro richiesta della persona, il Garante o PermessoNegato inviano una scheda di accettazione a Facebook con alcune sue informazioni:
  • il nome
  • il link al profilo Facebook, se la persona ne ha uno
  • un indirizzo e-mail sicuro e protetto a cui il team di Facebook possa inviare un URL protetto per caricare le immagini, nonché ulteriori aggiornamenti sullo stato della    segnalazione
  • eventuali informazioni aggiuntive per i team di Facebook
  1. Una volta che il Garante o PermessoNegato inviano la scheda, la persona riceverà un’e-mail (all’indirizzo e-mail sicuro che ha fornito) dal team di Facebook con un link monouso per il caricamento.

 

  1. La persona dovrà fare clic sul link per aprire la pagina, caricare e inviare le immagini e i video direttamente a Facebook.

 

  1. La sua richiesta (con informazioni personali e immagini/video in allegato) sarà accessibile solo a un ristretto gruppo di dipendenti di Facebook che fanno parte del team di Community Operation e che sono specificatamente formati per affrontare problemi relativi alla sicurezza sulle piattaforme Facebook e Instagram. Questo team esaminerà la richiesta entro 48 ore. Se le immagini o i video della persona soddisfano i criteri, il team utilizzerà alcune tecnologie in grado di trovare corrispondenze tra i video/foto, per evitare ulteriori tentativi di condivisione delle immagini o video segnalati su Facebook e Instagram. Questa tecnologia è nota come “hashing”.

 

  1. Se qualcuno dovesse provare a condividere una di queste immagini, Facebook le farà sapere che tale immagine viola le sue normative e che è stato bloccato il tentativo di condividerla.

 

  1. Dopo che le immagini sono state esaminate, la persona riceverà una risposta da Facebook, che le spiegherà quali azioni sono state eseguite. Infine, Facebook invierà alla persona un sondaggio per chiederle un feedback.

 

  1. Le persone che temono che le proprie immagini intime possano essere diffuse, in qualunque momento possono consultare la pagina dedicata sul sito del Garante per la Protezione dei Dati Personali al seguente link: gpdp.it/revengeporn

 

Link utili:

Maggiori dettagli sul funzionamento del programma pilota di Facebook sono disponibili a questo link: https://www.facebook.com/safety/notwithoutmyconsent/pilot.

Le persone che temono che le proprie immagini intime possano essere diffuse, in qualunque momento possono consultare la pagina dedicata sul sito del Garante per la Protezione dei Dati Personali al seguente link: www.gpdp.it/revengeporn.

PermessoNegato può essere invece contattato:

Centro per la sicurezza. Qui le vittime possono trovare risorse e contatti di organizzazioni in grado di sostenerle, comprese indicazioni sulle misure che possono adottare per rimuovere i contenuti dalle piattaforme di Facebook ed evitare che vengano ulteriormente condivisi.

 

(20 aprile 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 




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