di Giovanna Di Rosa, #Maiconsalvini
Quello che mancava nella crisi politica pilotata era una nuova esternazione di salvini che desse la statura dello statista [sic], esternazione che è puntualmente arrivata, roboante nel suo essere totalmente insensata e fuori da ogni logica politica ed economica: l’uscita televisiva, da Giovanni Floris, lanciata unicamente per spostare l’attenzione su di sé, è stata la seguente: “I 2/3 sono soldi a prestito, non li userei”, lanciata lì per indebolire il M5S e per differenziarsi da Berlusconi che ieri mattina (26 gennaio, ndr) si era svegliato ecumenico e parlava di governo di unità nazionale.
In realtà la boutade di Salvini, perché di boutade si tratta, serve al segretario della Lega che in provincia appoggia le iniziative #ioapro in sfregio ai DPCM, per far dimenticare di avere proposto Berlusconi per il Quirinale, proposta che non ha propriamente entusiasmato nemmeno i suoi e dopo che per mesi e mesi si è sgolato in Italia sulla necessità di non perdere gli aiuti dell’Europa salvo poi lavorare a Bruxelles per non fare avere un soldo all’Italia.
La controproposta di Salvini? Rinunciare ai due terzi del Recovery Plan che vanno restituiti in trent’anni a tassi bassissimi per poi invece “chiederli al mercato” a tassi d’interesse enormemente più alti a dimostrazione di quanto conta nella realtà salviniana quel “prima gli Italiani” dei quali, dalle proposte che lancia in televisione, sembra non importargli invece nulla, andando in quella sede per dare la sua opinione, che cambia ogni cinque minuti, e dire cose interessantissime come “Io sono diversod a Conte” e “Il recovery Plan è stato bocciato” (bugia…).
(27 gennaio 2021)
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