di Redazione #Lopinione twitter@genovanewsgaia #Sardine
Pare che ci fossero un paio di Sardine anche a Genova in un afflusso di pesciolini che pare non avere fine e si moltiplica in ogni città d’Italia dimostrando sul serio che non è l’Italia ad essere un grande paese, ma sono gli Italiani ad avere risorse senza fine quando il momento lo richiede. Ottomila persone. Ottomila. Che si sommano alle altre decine di migliaia che ormai spontaneamente crescono su tutto il territorio nazionale diretta emanazione del movimento che ha preso vita in Emilia Romagna – e dove altro sennò?
Le Sardine hanno colonizzato la centralissima piazza De Ferrari a Genova, invasa e riempita fino all’ultimo angolo al grido di “Genova non abbocca”: ottomila persone tra giovani, adulti, anziani, famiglie, italiani, migranti… C’era gente dalla Fontana fino a palazzo Ducale, al Carlo Felice, e davanti al palazzo della Regione. Gente che non ne può più di razzismo, di odio, di sovranismo, di populismo, di schifo ed opportunismo, di distruzione della convivenza civile e che vogliono semplicemente e chiarissimamente un’Italia che sì alla solidarietà e a una “Genova” che è “solo antifascista”.
Nessuno slogan di partito, nessuna bandiera di partito, soltanto tantissime sardine di cartone portate da persone. Non governi di plastica retti da guitti che dicono sì “Al sovranismo, al populismo, all’odio, al razzismo, alla discriminazione”, come dichiara Roberto Revelli, uno degli organizzatori della manifestazione a Repubblica, mentre sottolinea per l’ennesima volta che la manifestazione “è apartitica” alla faccia dei grandi cervelloni che analizzano il fenomeno dando loro una connotazione che non esiste. Le Sardine sono stanche di un mondo di merda che non hanno voluto e che si sono trovate a dover vivere.
E’ volgare e con la politologia dei cervelloni non c’entra niente, ma è proprio così. Tra le altre cose, cantano anche Bella Ciao. Che pare essere l’unica cosa che profondamente interessa ai media di regime.
(29 novembre 2019)
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