di Diego Romeo #Politica twitter@gaiaitaliacom #ItaliaViva
Italia Viva, meglio conosciuta come il partito di Renzi, è ormai una realtà. Sono molte le voci che girano su questo nuovo partito, voci ovviamente contrastanti. È ancora troppo presto, a mio avviso, dare giudizi in merito. Soprattutto giudizi che riguardano la posizione che vorrà avere rispetto alle altre forze politiche.
Una cosa però è certa. Italia Viva si vorrà proporre come il nuovo ago della bilancia fra PD e 5 Stelle in questo nuovo governo, nonché come realtà anti Lega. Infatti con l’appoggio di almeno 10 senatori e 20 deputati, super fedeli al fondatore di Italia Viva, Renzi si colloca come vero spartiacque fra i delicati equilibri dei due partiti di governo. Non a caso la maggioranza in senato del governo giallo-rosso è proprio di 10 senatori. Con questi numeri, anche se piccoli, potrà sicuramente dire la sua e forse in qualche modo anche imporre una sorta d’agenda di governo. Del resto sia i 5 Stelle che il PD sanno bene che avviare un’altra crisi di governo dopo tutte le tensioni che ci sono state per avviare questo sarebbe a dir poco autolesionistico.
Una mossa astuta e calcolata con i tempi giusti, che con molta probabilità è stata servita, da Salvini stesso, su un piatto d’argento con l’innesco di quella che passerà alla storia come “la crisi dei mojito”. Una mossa che ha dato molta più rilevanza a Italia Viva di quanto lo stesse Renzi sperasse in precedenza.
Del resto, Matteo Renzi è stato (quasi) sempre molto attento ai tempi politici del nostro paese a differenza dei suoi rivali. Salvini in primis. infatti, che Renzi stesse lavorando a un nuovo soggetto politico era noto a tutti da un po’ di tempo ormai. Quindi aspettando solo qualche mese in più, con molta probabilità, con tre soggetti politici, anziché due, non si sarebbe trovato un accordo e Salvini avrebbe avuto il suo “trionfo” elettorale.
Ma fantapolitica a parte, ora c’è da capire che posizione vorrà tenere Renzi, non tanto nel presente, quanto nel futuro politico italiano. Renzi non è un uomo di sinistra vero e proprio. È più un liberale che guarda a sinistra con simpatia. Da qui la sua adesione al PD. Ma ora che non è più ancorato a questo partito e ai suoi ideali (come lui stesso ha ammesso in qualche intervista) cosa vorrà fare?
Di sicuro quello che ormai manca nel nostro paese è un forte partito di centro che sappia dialogare con i due estremi parlamentari. L’accordo 5 Stelle – PD, infatti, è molto artificiale è retto più dalla necessità che da visioni comuni. Non è un segreto che i due partiti non si possano sopportare.
Al contrario se ci fosse stato un partito di centro abbastanza forte da reggere il confronto con una delle due forze politiche, si sarebbe formato un governo assai più stabile e credibile.
Per questo mi auguro che Renzi voglia almeno rifondare un centro stabile. Sia per mitigare gli aspri toni politici che per dare al paese delle coalizioni moderate, sia a sinistra, ma ancor di più a destra, capaci di governare un paese in maniera sensata e senza propaganda.
(23 settembre 2019)
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