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Lorenza Morello: “L’Europa ha una maggioranza non populista”. Una prima analisi del voto

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di Lorenza Morello #Europee2019 twitter@gaiaitaliacom #lorenzamorelloce

 

Partiamo dal dato positivo: l’Europa ha una maggioranza non populista, e questo non può che essere un bene per tutti. In Europa i popolari sono infatti il primo partito, da notare anche l’exploit di liberali e verdi, mentre la destra non sfonda.

Non ci sarà più la Grande coalizione tra i popolari di Angela Merkele i socialdemocratici che ha retto finora le redini dell’Europa unita. Ma, grazie all’exploit dei liberali dell’Alde, cui si è unito En Marche del presidente francese Emmanuel Macron, il fronte europeista ha i numeri per ottenere una maggioranza solida al Parlamento europeo. E reggere l’avanzata, seppure contenuta, dei gruppi sovranisti ed euroscettici.

In Grecia, visti i risultati, Tspiras ha annunciato la convocazione di elezioni anticipate.

La posta in gioco è decisamente alta: in ballo c’è il futuro stesso dell’Unione europea, ed è il primo voto dopo la Brexit. I cittadini europei hanno votato per il rinnovo dei deputati che rappresentano i paesi membri dell’Ue all’interno dell’Europarlamento di Bruxelles. Ma non ci nascondiamo che il voto per le europee in Italia ha anche una grossa valenza politica nazionale.

La destra è quasi al 50%, e la Lega può permettersi di governare il paese da una posizione molto comoda. Vedremo cosa saprà fare, perché è chiaro a tutti che, volenti o nolenti, da adesso, decide Salvini.

I cinquestelle sono dimezzati, in un anno, rispetto alle politiche. Questo dà la misura di quanto sia disastrosa la loro classe dirigente che, in pochissimi mesi, ha dissipato tutta la fiducia acquisita in precedenza. Non si era mai vista, nella storia politica italiana, una simile catastrofe, resa ancor più grave dal fatto che non è stata bocciata la politica di un governo, no: sono stati bocciati loro, confusi, incompetenti, incoerenti, incapaci.

Ma, soprattutto, queste elezioni hanno dimostrato che i cinquestelle non rappresentano niente. Si erano legati a un unico concetto, quello di rappresentare l’onestà. Ma l’onestà non è una categoria politica, non è un programma di governo, non è un progetto, non è una concezione del mondo: è una condizione che viene prima di tutto questo. E, passato il momento della protesta, gli italiani hanno capito che coi cinquestelle non si poteva fare nulla, perché nessun vento è buono per il marinaio che non sa dove andare: e i cinquestelle, che non sono – dicono – né di destra né di sinistra, che non hanno radici di pensiero, che non hanno una cultura e un’identità politica se non nelle battute di un comico, o nelle farneticazioni di un pubblicitario, non avevano e non hanno nessuna meta chiara.

E ora, il PD ha una responsabilità enorme: non scambiare la propria sopravvivenza, il risultato decente di queste elezioni, come adesione a una linea politica inesistente.

 

 




 

 

(27 maggio 2019)

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