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Niente cantanti donne soliste al Concertone [sic] del Primo Maggio. #unpassoavanti verso dove?

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di Alessandro Paesano #PrimoMaggio twitter@gaiaitaliacom #Sessismo

 

Fra due giorni a Roma si tiene il consueto concerto del Primo Maggio a detta due suoi organizzatori il più grande evento di musica dal vivo in Italia gratuito, promosso da CGIL, CISL e UIL e organizzato e prodotto da iCompany.

Nato nel 1990, il concerto del primo maggio che si tiene in piazza di Porta San Giovanni in Laterano, a Roma, coinvolge un pubblico di centinaia di migliaia di persone tra quelle che affollano la piazza e quelle che seguono il concerto in tv, trasmesso in diretta da RAI 3 e RAI Radio 2.

Sul sito del concerto si legge

La trasversalità artistica si traduce quindi in una varietà di pubblico che non ha eguali negli eventi musicali italiani, un format che riesce nell’impresa di coinvolgere tanto l’adolescente che balla sotto il palco, quanto lo spettatore più adulto comodamente seduto davanti alla televisione di casa.

È questa la vera forza e l’assoluta peculiarità del Concerto del Primo Maggio di Roma.

Sul sito di  iCompany si legge invece

Dopo la fortunata collaborazione dell’edizione 2018, infatti, nel backstage del Concertone saranno presenti gli organizzatori di alcuni tra i più importanti eventi live della Penisola: l’obiettivo è creare un momento piacevole e informale per fare rete, scambiarsi idee, contaminarsi reciprocamente con chi condivide la stessa idea di musica live, per parlare di come essa stia evolvendo, immaginando i prossimi passi della scena nazionale.

Anche gli hashtag ufficiali scelti per la manifestazione #unpassoavanti e #lamusicaattuale celebrano tanta novità.

Ma quale novità?

La totale assenza donne cantanti dalla manifestazione, che sono sempre state in minoranza al concerto del primo maggio che quest’anno mancano del tutto (ci riferiamo alle cantanti soliste mentre sono 3 quelle che cantano in un gruppo: California, al secolo Francesca Mesiano, dei Coma_Cose, Isabella Tundo che fa coppia con suo fratello Carmine ne La municipàl e  Veronica Lucchesi de La rappresentante di lista) tutti gruppi in cui fanno coppia con uomini.

Almeno nelle edizioni passate si leggevano i nomi di Francesca Michielin, Gianna Nannini, Maria Antonietta e Carmen Consoli (nel 2018), Nada, Gianna Nannini,  Teresa De Sio, Marina Rei e Ara Malikian (2017) Nada  e Miele  (2016) come dire sempre in netta minoranza ma almeno presenti.

Quest’anno invece niente di niente. E gli hashtag #unpassoavanti e #lamusicaattuale sembrano improvvisamente una presa in giro come ricorda in un articolo la testata Rolling Stone.

Adesso nessuno si sogna di scrivere che la mancanza di donne cantanti sia stata scelta intenzionalmente però è davvero irricevibile la giustificazione dell’organizzazione data in conferenza stampa e ribadita su Faceboook che le donne non ci sono perché, anche se invitate, hanno detto di no. Ma davvero?
Ricordiamo giustificazioni migliori ai tempi di scuola per non aver fatto i compiti assegnati…

Se l’organizzazione è incapace di portare le donne cantanti (se davvero in tante hanno detto di no un motivo ci sarà…) forse qualcuno e qualcuna qualche domanda dovrebbe cominciare a prosela.

La verità è che la mancanza di donne cantanti soliste sul palco del concerto del primo maggio è una mancanza che assorda come la sirena prima dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.

Assorda perché il fenomeno va ben al di là del concerto del primo maggio coinvolgendo tutti i festival di musica italiana come specifica un articolo su Rolling Stone del 2018.

Assorda perché questo Paese nemmeno quando organizza un avvenimento di vasto respiro riesce a rappresentare le donne che, numericamente parlando, sono superiori ai maschietti, sovrarappresentati. E non ci si azzardi nemmeno a provare che mancano donne cantanti…

Assorda infine il silenzio sull’argomento dei tre sindacati, un silenzio  che umilia, imbarazza e fa anche tanta rabbia.

Fa rabbrividire invece la risposta, indiretta, dell’organizzazione, pubblicata su Facebook lo scorso 23 aprile, nella quale ci si giustifica, in qualche modo, scrivendo che  il concerto del primo maggio è a trazione femminile perché l’organigramma dell’organizzazione è quasi tutta al femminile.
Proprio come Bachofen che concionava di matriarcato perché un gruppo di donne poteva decidere il maschio che le comandava…
Insomma, sembra dirci l’organizzazione,  se ci sono donne nel backstage poco importa se poi sul palco non ce ne sono. D’altronde dietro ogni uomo c’è sempre una grande donna.

Sarebbe forse il caso di lasciare spazio a organizzazioni più attente o almeno meno sessiste.
O almeno boicottare il concertone.

 

 





 

(29 aprile 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

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