di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Pentaleghismo
Il premier Conte sta vivendo il suo momenti di gloria internazionale insieme al buon Tria, all’uomo cioè al quale è toccato reggere il castello di carta montato dal pentaleghismo del quale ha accettato di essere ministro, cosa che comporta un certo grado di responsabilità. Attive e passive.
Nella serata precedente la giornata in cui l’UE reclamava nuove carte, proposte, misure, bilanci, conti e contesse; mentre i due vicepremier erano impegnati in Italia con la loro propaganda di dubbia legittimità politica oltre che umana, nell’ultimo incontro prima dell’agone europeo pare che Giuseppe Conte, detto il Prode se ciò che abbiamo saputo dovesse corrispondere a verità, pare abbia tirato fuori i santissimi ed abbia chiaramente detto ai suoi vicepremier che o si andava all’accordo con l’Europa o si sarebbe dimesso.
I due hanno abbozzato – prova ne è che Conte è a Bruxelles con Tria a trattare con la Commissione Europea che concederà altro tempo all’Italia permettendo così a capetto pentastellato e capoccia leghista di avvicinarsi sempre più al burrone – e il presidente del Consiglio è trionfatore delle giornata.
Trovatelo voi, nel panorama mondiale terrapiattista, un presidente del Consiglio che è insieme capo del governo e capo dell’opposizione. Perché è bene ricordarlo che in politica, anche e soprattutto dopo la morte del PD, qualcuno l’opposizione dovrebbe pur farla…
(17 dicembre 2018)
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