di E.T. #politica twitter@gaiaitaliacomlo #ruspe
Il Sig. Ministro dell’Interno ha rilasciato ieri una dichiarazione nella quale informava i suoi fedeli: “Passerò notte e giorno in Parlamento affinché il Decreto Sicurezza” (stia tranquillo, bastano i voti. E ci sono). In realtà parrebbe che tra partite del Milan da commentare, apparizioni tv, dichiarazioni, presenzialismo, cene e pranzi e viaggi (a spese di chi? istituzionali? non istituzionali? privati? sarebbe bello saperlo…) in Parlamento ci stia poco preferendo l’iperpresenzialismo a sfondo mediatico condito di dichiarazioni su qualsiasi cosa. E’ la perenne campagna elettorale del Sig. Ministro dell’Interno che non vuole arrivare alle Europee senza avere fatto tutto il possibile. Poi dopo le Europee vedremo come verrà liquidato il pentaleghismo al Governo dell’Inconcludenza.
Tra le varie uscite del Sig. Ministro dell’Interno anche la famosa questione legata alla soddisfazione del “ruspare” via l’abusivismo dei Casamonica proferito proprio poche ore prima che dalla televisione ammiraglia della premiata ditta Salvusconi, attorno alle 9 del mattino, si desse voce a Luciano Casamonica che si scagliava contro la demolizione, tanto per chiarire di nuovo in che paese viviamo, all’interno di una trasmissione che si erge a paladina della legalità.
Curioso l’episodio accaduto a Radio24 all’interno della divertente ed intelligente trasmissione “Uno, nessuno, centoMilan” dove un ascoltatore ha contestato il conduttore che prendeva in giro l’utilizzo del verbo “ruspare” da parte del Sig. Ministro dell’Interno gridando, colmo di ingiustificato livore tipico di chi ha trovato un dio e non vuole che la sua fede, probabilmente l’unica cosa che ha, venga scalfita, “Ruspare si dice! Ruspare si dice”. Che è verissimo. Ma riferito alle galline, con tutto il rispetto per i polli. Che proprio per via del ruspare si dicono ruspanti. O in un’accezione ancora più corretta, riferito alla raccolta delle castagne. Esiste, lo riporta Treccani, anche l’accezione di “ruspare” collegata al lavoro con le ruspe, ma di rarissimo utilizzo, così raro da non giustificare l’enfasi dell’ingiustificatamente incazzereccio ascoltatore della mia radio preferita (ovviamente dopo Radiogaiaitalia.com).
Vero è che presumibilmente nessun lavoratore della Treccani ha mai lavorato in fabbrica a mille euro al mese e quindi nessuno di loro è titolato a dare significati alle parole che il villico lavoratore conosce molto meglio proprio per essere villico, quando lo è, ma era bello scherzarci un po’ sopra.
Altrettanto bello sarà ritornare ai Casamonica e alle loro case demolite con fanfara e assedio mediatico e dai social che non sono proprio una novità, nonostante il Sig. Ministro dell’Interno e la Sig.ra Sindaca di Roma già delle Funivie e il buon Zingaretti in campagna elettorale interna. Da Veltroni in poi non c’è stata amministrazione capitolina che non abbia demolito gli abusivismi dei Casamonica, con meno fanfare magari, ma con la stessa efficacia. La domanda semmai è come facciano questi a costruirne sempre di nuove. E un’altra domanda semmai è come mai le fanfare del Sig. Ministro dell’Interno sui Casamonica e i loro abusivismi non diventino tromboni (sarà l’affollamento?) atti a denunciare l’abusivismo occupativo di Casapount in pieno centro a Roma del quale il Sig. Ministro dell’Interno si guarda bene dal fare cenno.
L’ultima domanda infine è più articolata e parte dai 49 milioni buttati dalla Lega per i quali Bossi e Belsito sono stati condannati il 26 novembre scorso in secondo grado (1 anno e 10 mesi per il senatore Bossi al quale paghiamo tutti uno stipendio e 3 anni e 9 mesi per Francesco Blesito) e che vennero spesi anche con il benestare dell’ora Sig. Ministro dell’Interno pro tempore che grida e straparla di onestà e di ruspe, oltre a straparlare di Milan e di tutto ciò che è parlabile. Come mai, è la domanda, il Sig. Ministro dell’Interno non fa menzione di tutto questo e non fa pubblica ammenda, sarebbe il minimo, dell’accaduto spiegando perché, per come e come mai? Sarebbe questo, davvero, un bel cambiamento. Altro che dare la colpa ai negher. La domanda, sì articolata, si conclude con un perché: perché l’ammiraglia dell’impero televisivo di Salvusconi continua a dare voce a personaggi come i Casamonica?
(27 novembre 2018)
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