di Daniele Santi #Cronaca twitter@gaiaitaliacom #politica
La svolta nella vicenda Cucchi, due lustri dopo una tragedia disgraziata dai contorni spregevoli, con la messa in stato di accusa di quattro Carabinieri più un quinto, dopo che nell’udienza del 12 ottobre 2018 si era aperto un capitolo nuovo con l’accusa da parte di uno di essi ai due che avevano iniziato materialmente il pestaggio del giovane morto massacrato, ha spinto immediatamente il Sig. Ministro dell’Interno a sottolineare che un Carabiniere che sbaglia non vuol dire una Benemerita composta da gente che sbaglia. E infatti la stragrande maggioranza degli Italiani la pensa così. Non ci serve una maestrino dalla battuta greve eletta a canone di comunicazione che ci spieghi la lezione.
Piuttosto dovrebbe essere il Sig. Ministro dell’Interno, abituato a fare di tutta l’erba un fascio (e mai termine fu più adatto), a spiegare a se stesso che la stessa formula si applica agli immigrati: se c’è un africano che delinque non vuol dire che siano tutti delinquenti. Al contrario di ciò che dice lui, gettando benzina sul fuoco degli intolleranti che lo seguono come si seguiva il Pifferaio Magico, mentre invece gli Italiani non dicono – né pensano – che a causa della vicenda Cucchi ora tutti i Carabinieri siano violenti e folli massacratori di giovani.
(12 ottobre 2018)
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