
di Daniele Santi #politica twitter@gaiaitaliacom #Ungheria
Il M5S ha approfittato della votazione al plenum dell’Unione Europea per votare l’attivazione dell’art.7 dello statuto dell’UE contro il governo di Viktor Orbán per fingere di smarcarsi dall’abbraccio mortale con la Lega razzista di Matteo Salvini, votando a favore al contrario del suo marito infedele che se ne è tornato tra le braccia della vecchia moglie, nota come Forza Italia, il cui patto perverso non può essere sciolto. O almeno non ancora.
Il giochino è riuscito, almeno superficialmente, perché le procedure dell’UE non sono note a tutti, anzi. In realtà il voto sull’attivazione dell’art.7 contro l’Ungheria è un voto “di intenzioni”: infatti se non ci sarà l’unanimità sulla sospensione del voto ungherese in seno all’Unione dei 27 o 28 che dir si voglia – finché Brexit non ci separi – dell’art.7 non si farà nulla.
E gli europarlamentari del M5S, già alleati di Farage dal quale divorziarono in fretta, sanno perfettamente che Polonia neofascista integralista ed Ungheria neonazista hanno stretto un patto di ferro e la Polonia voterà contro la sanzione. L’operazione di smarcamento di facciata del M5S serve quindi a poco perché le cose, prima o poi, si vengono a sapere proprio come sono.
(12 settembre 2018)
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