di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacom #dirittiumani
E’ molto lontana da noi l’idea di difendere l’attuale Alta Commissaria ai Diritti Umani dell’ONU, Michelle Bachelet sulla quale abbiamo già espresso chiaramente ciò che pensiamo attraverso la pubblicazione dell’OCDH di Madrid sul nostro quotidiano in spagnolo, condividendo il giudizio degli attivisti per i Diritti Umani dei cubani sulla parzialità di Bachelet rispetto a troppe questioni, ma è altrettanto vero che dall’insediamento di Salvini al ministero dell’Interno e non solo a causa del suo linguaggio poco prudente – diretto chiaramente al suo elettorato ed a portare dalla sua parte chi tra gli elettori del M5S la pensa come lui, e sono tanti – gli episodi di razzismo, pestaggio motivati dall’odio razzista ed intolleranza sono molto più visibili e frequenti. Questo non è un problema di idea politica, è un fatto e la foto in alto, riferita ad un attacco razzista contro un bengalese, massacrato di botte a Roma nell’ottobre del 2017, è solo a testimoniare una delle tante vicende di pestaggi razzisti.
Ed è un fatto che le affermazioni di Salvini sull’Italia lasciata sola nell’accoglienza di troppi immigrati corrispondano al vero, ciò che dimentica di dire il ministro dell’Interno è che è la legge Bossi-Fini a fare acqua da tutte le parti non prevedendo adeguatamente le coperture per i rimpatri e rendendo, a causa di questo buco, difficile il lavoro di chi i rimpatri dovrebbe garantirli. La riformi nel senso che ritiene più giusto alle esigenze italiane e si faccia meno selfie. Magari risolve un problema.
Corrisponde al vero l’affermazione di Salvini sul calo degli arrivi negli ultimi mesi, ciò che dimentica di dire il ministro dell’Interno è che sono risultati dovuti all’impegno del suo predecessore Minniti che invece di andare alla Mostra del Cinema di Venezia a farsi bello con fidanzata conduttrice al seguito o di farsi selfie mentre mangiava a quattro ganasce andava in Libia a trattare. Ora la Libia rischia di saltare in aria. I casini sono appena iniziati, e non ci saranno selfie o slogan sufficienti a risolverli.
Le dichiarazioni di Bachelet (si pronuncia Bacelet, proprio così) sull’invio di osservatori ONU in Italia e in Austria per questioni di razzismo e intolleranza dovrebbero far piacere al nostro governo perché, in questo modo, avrebbe un’eccellente occasione per smentire le voci false e tendenziose coi fatti. Invece il ministro dell’Interno cosa fa? Minaccia. E minaccia di togliere fondi all’ONU. Come se fosse così facile.
Dal suo insediamento il governo pentaleghista non fa che rispondere con minacce alle critiche: Di Maio minaccia l’informazione che critica il governo e parla di legge sull’editoria pura, che non si sa cos’è perché non lo sa nemmeno lui; Salvini minaccia di togliere fondi all’UE – e poi il governo paga la sua rata con un mese e mezzo di anticipo; non pago il ministro dell’Interno continua a rispondere alle critiche dell’Onu minacciando di togliere denaro, non di cambiare le cose e/o d indagare come il suo ruolo gli consentirebbe, sui fatti contestati.
Siamo governati da Putin e non lo sappiamo?
Le reazioni del governo italiano farebbero pensare ad una involuzione autoritaria come piano B. Ci chiudiamo in noi stessi per evitare le critiche, così facciamo ciò che vogliamo. Ma c’è un rischio che crediamo non sia stato considerato.
Sia la Lega di Salvini che il M5S di Luigi Di Maio hanno, con le loro proposte, illuso la povera gente, quella che durante la crisi finanziaria dalla quale questo paese fatica ad uscire ha patito e pagato di più. Se questo governo dovesse fallire, e fallirà perché ha dimenticato il rispetto per gli avversari, per il paese e per il suo ruolo, divorato dal suo deliro di onnipotenza e dalla sua incapacità che lo porta a millantare soluzioni vieppiù poco praticabili, la povera gente gliela farà pagare. In mezzo a tutta la rabbia repressa che poi scatena i commenti e gli insulti razzisti, l’altro visto come nemico, l’odio verso il diverso visto come minaccia, si percepisce una voglia di cambiamento volta a dire basta al peggio.
E 1.131 posti lavoro in meno al giorno sono un il peggio.
Non è con i bla bla bla che si risolvono i problemi
In chiusura, ma non perché sia meno importante, va detto che i grandi imbonitori durano poco e gli esempi stanno da tutte le parti, dagli USA all’Italia di Berlusconi, del quale il grande chiacchiericcio senza fatti dell’attuale governo è discendente diretto.
Dopo avere promesso un milione di posti di lavoro l’uomo di Arcore si ritrovò a perderne 900 al giorno e diceva trattarsi dell’opposizione che non lo lasciava lavorare – quando godeva della maggioranza assoluta alla Camera e al Senato. Il suo figlioccio diretto e pentastellato risponde alle critiche, quasi sempre giuste anche se esagerate nei toni, ma non ci sembra che questi signori possano insegnare il savoir parler a qualcuno, con le minacce.
Questo lo fanno in Russia e Venezuela. Se questi due paesi sono gli esempi ai quali si ispirano lo dicano.
(11 settembre 2018)
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