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In un paese in cui tutti sono innocenti bisogna delegare a qualcuno l’additare i colpevoli

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di E.T. #Bertolaso twitter@iiiiiTiiiii #Innocenti

 

 

Guido Bertolaso, l’uomo che non ha mai perso, è innocenteassolto anche nell’ultimo grado di giudizio per una faccenduola legata ad uno dei vari terremoti che hanno colpito l’Italia. In breve Bertolaso era imputato nel processo bis alla Commissione Grandi Rischi, accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni in quanto, per l’accusa, sarebbe stato responsabile della comunicazione di false rassicurazioni sul rischio sismico che la Commissione avrebbe fornito il 31 marzo 2009 alle quali era seguito – evidentemente non c’è causa/effetto – il sisma che devastò L’Aquila e l’Abruzzo il 6 aprile. Morirono 309 persone.

Bertolaso, in coherentia con lo stile di Silvio Berlusconi di rispondere alle accuse della Magistratura candidando gli accusati prima che vengano emesse sentenze definitive, aveva accettato di candidarsi alla carica di Sindaco per la Città di Roma che aveva definito “Città Terremotata”, con un espressione che più che le condizioni della Capitale denunciava la pochezza dell’Uomo, ed era poi stato impallinato da Matteo Salvini che non lo volle tra i piedi. L’uomo che in un’intervista a Radio 24 qualche giorno prima aveva dichiarato “Io non ho mai perso”, doveva ritirare la candidatura. Aveva perso.

Succede anche agli dèi.

Per inciso le prime prove dell’orribile patto che ha portato all’orribile governo pentaleghista di oggi, presero forma in quei giorni. Lo scrivemmo qui.

Così che fa piacere sapere che Bertolaso sia innocente e che segua, nella lista dei beatificati in terra,  anche il suo amico e patrono Silvio Berlusconi, prima condannato poi riabilitato; l’altro amico dell’amico Umberto Bossi condannato per faccenduole di soldi spariti – quelli che Salvini non nomina mai – insieme a 3/4 della famiglia e poi eletto in Senato; o quelli delle firme false del M5S e della Lega. L’Italia è quel paese dove, va detto nel rispetto delle decisioni dei Tribunali, si fa tanta caciara prima e poi, alla fine, non si condanna. Sarebbe così bello fare meno caciara prima e condannare di più dopo.

Serve una spiegazione al nostro ragionamento: se si grida al colpevole prima, e si grida troppo al colpevole prima, poi ne deriverà che la sentenza di assoluzione sarà percepita come un tradimento da un popolo che ha già di suo una spaventosa tendenza al complottismo ed alla dietrologia, pur non avendo idea di cosa significhino complottismo e dietrologia, quindi sarà facile per chi – condannato in modo definitivo – vorrà utilizzare le assoluzioni altrui per gridare all’ingiustizia. E quando qualcuno grida all’ingiustizia in questo paese tutti lo ascoltano perché non c’è Italiano che non si senta vittima di un’ingiustizia.

Ne deriva così che in un paese dove tutti si sentono vittime perché “nessuno dei potenti è mai condannato” (ne deriva che potente=innocente, a prescindere), è necessario stabilire contro chi puntare il dito per far sì che il bisogno forcaiolista, che gli Italiani che sanno cosa significa il termine definiscono anche giustizialista, degli abitanti dello Stivale sia soddisfatta.

Cosa c’è di meglio quindi che puntare il dito contro l’Altro, il Differente, il Migrante, l’Ebreo, l’Omosessuale, le Donne, la Trans, il Comunista, la Puttana, l’Avversario?

Qualsiasi di queste persone venga additata sarà per l’Italico vandalo in cerca di giustizia [sic] quella famosa panacea che lo solleva dalle sue angustie quotidiane e dai suoi mal di pancia, perché almeno un colpevole c’è: non sarà il potente=innocente, non sarà il politico che ha rubato (o che i giornali dicono abbia rubato, senza poi smentire mai quando non era vero – cioè nella maggior parte dei casi), ma almeno qualcuno è colpevole. Se è negro è meglio, perché più facilmente riconoscibile, bisognoso e non a casa sua.

Così prosperano distruttori del vivere civile come i sostenitori del governo attualmente in carica, che non vogliono essere governati, non vogliono sposare un’idea – perché occorrerebbe pensare, ed è troppo sforzo – ma vogliono essere collusi con un modus governandi che almeno grida le stesse cazzate che essi gridano al bar o a tavola con una moglie troppo grassa e troppo brutta tanto poi ci sono i cespugli. Il loro pensiero provoca morti? Non importa. Sono morti colpevoli. Almeno loro. E l’Italiano monoteista, proprio come Bertolaso che non ha mai perso, ha vinto. Ha vinto in quanto colluso con chi dell’essere inumano ha fatto un programma di governo parlando di umanità.

 





(18 luglio 2018)

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