di Giancarlo Grassi #politica twitter@gaiaitaliacomlo #pentaleghisti
Prima di venire folgorato sulla via gialloverde (anzi gialloblu) per pura convenienza e per scavarsi la fossa come non-presidente del Consiglio, Luigi Di Maio il premierino aveva le idee molto chiare. Almeno una volta al giorno. Ed anche il giorno successivo. Solo che non erano mai le stesse. C’è un interessante tweet di Luca Bottura che postiamo di seguito che riporta uno dei tanti tweet di Luigi Di Maio che dimostrano come la coerenza e la narrazione fantascientifica dell’uno vale uno non siano niente più che parole più vuote del programma del M5S.
Uno vale due pesi e due misure pic.twitter.com/6eH8ZRx6an
— Luca Bottura (@bravimabasta) 22 maggio 2018
Nel tweet, traduciamo per gli analfabeti che votano il movimento del Sacro Blog, Luigi Di Maio se la prende con coloro che, prima delle elezioni, non hanno detto con chi avrebbero fatto il governo. Nel corso della campagna elettorale, prima delle elezioni del 4 marzo 2018, Di Maio e i suoi fratelli si sono guardati bene dal parlare di alleanze. L’hanno decisa soltanto, per pura convenienza, nel post elezioni. Riferendosi a coloro che avevano commesso l’infausta azione Di Maio aveva usato l’appellativo di “traditori”, ma nel caso del M5S che ha fatto la stessa cosa il leadirino con ambizioni da premierino ha cambiato aggettivo: ora la chiama “rivoluzione”.
Dunque il contratto [sic] pentaleghista non è giustificato dalle idee del M5S del 2014, mentre per il M5S del 2018 la stessa cosa lo è perfettamente. Cominciate ad annotarvi tutte le volte che hanno cambiato idea. Quando cancelleranno ad una ad una tutte le promesse fatte in campagna elettorale perché irrealizzabili non ve la prendete con noi.
(22 maggio 2018)
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