di Giovanna Di Rosa #politica twitter@gaiaitaliacomlo #governo
Riprendono, con molte fanfare ed assai meno speranze, le consultazioni di Mattarella con i vari leader di partito, quelli che hanno vinto le elezioni, quelli che non le hanno vinte, quelli che le hanno perse e quelli che le hanno vinte solo loro e tu no ho vinto io. L’unica cosa certa ad oggi, ma chissà fino a quando, è che Luigi Di Maio vuole l’incarico esplorativo per sentirsi almeno per un po’ presidente del Consiglio e non vuole tra i piedi Berlusconi. Sirene parlamentari canticchiamo che il presidente della Repubblica tirerà fuori un cappello dal cilindro. Scusate, un coniglio.
Poi c’è il centrodestra unito che più unito non si può, così unito che i gruppi parlamentari sono tre: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega perché non si può essere troppo uniti non sia mai che scappino le opportunità, e alla fine ciò che importa è propagandare l’unità sulle reti Mediaset (inguardabili i loro notiziari mattutini).
Le Gran Dive della politica, i buoni Di Maio e Salvini, si sono scambiati borsettate violente, con tanto di malcelato mattone all’interno, per tutta la scorsa settimana: Salvini parlando di percentuali al 51% per la formazione del governo e Di Maio sbugiardando il leghista (sbugiardato poi anche da Roberto Maroni) con risposte che davano le possibilità allo 0%. Dall’altra parte possiamo godere del buon Bersani e dei suoi compari rimasti nel PD, e di Amato che lavora nell’ombra per un accordo tra M5S e quella che con sprezzo del pericolo si definisce sinistra, che si offrono per un accordo con quella che è ancora la maggioranza del PD, pur se con segretario dimissionario, che di governi con il M5S dice di non volerne sapere – a meno che Di Maio non se ne vada.
Assistiamo così all’ennesima giornata nella quale le Gran Dive del panorama politico italiano, tutte quante, occuperanno la scena sfilando verso il Quirinale e ritorno, per poi lasciare la palla della scelta nella mani del presidente della Repubblica che conferirà, prima o poi, un mandato esplorativo. Tutte, o quasi, ma soprattutto Centrodestra e M5S, che si considerano le vincitrici assolute delle elezioni, spacciamo la bufala secondo la quale il popolo ha scelto come premier il loro leader. Ne deriverebbe che per il M5S il presidente del Consiglio dovrebbe essere Luigi Di Maio e per il centrodestra il mandato dovrebbe essere conferito a Salvini, Meloni e Berlusconi tutti insieme, perché si svendono come una cosa sola.
In realtà la Costituzione dice un’altra cosa, cioè che è il presidente della Repubblica a conferire il mandato esplorativo prima e a nominare poi il Presidente del Consiglio, qualora “l’esploratore” sia riuscito nell’apparentemente impossibile, per ora, compito di formare una maggioranza.
Nel frattempo Beppe Grillo tira fuori il manganello e avverte che la gente scenderà per le strade se non ci sarà un governo.
(11 aprile 2018)
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