di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@vittoriolussana #Sinistra
Dopo la frase del candidato di centrodestra alla presidenza della Lombardia, Attilio Fontana, che intervenendo a Radio Padania ha parlato espressamente di “difesa della razza bianca”, è cominciato un balletto di dichiarazioni assurde sull’immigrazione, vero tema di fondo dell’attuale campagna elettorale. Silvio Berlusconi, intervistato da Barbara D’Urso, ha cominciato anche lui a ‘dare i numeri’: “Ogni venti secondi si verifica un reato; ogni 4 minuti avviene un furto in un negozio; ogni due giorni si verificano tre rapine in banca. Questo perché alla criminalità italiana si è aggiunta quella di 466 mila immigrati, che per mangiare devono delinquere”. Per parte sua, anche il candidato premier del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, non ha voluto mancare all’appuntamento con la disinformazione: “In tutti questi anni, le politiche dalla famiglia sono state totalmente ignorate e, oggi, se hai un figlio è un problema tuo. Lo dico con il massimo della moderazione e senza fare polemiche”, ha aggiunto, “ma non voglio rassegnarmi all’idea che siccome ci sono poche nascite dobbiamo favorire l’immigrazione: prima bisogna lavorare alle politiche di sostegno alle famiglie italiane”. In realtà, le diverse fonti che possiamo andare a raccogliere ‘in giro’ non descrivono, per il nostro Paese, una situazione allarmante. E ‘spostare’ la campagna elettorale sul tema migratorio non è affatto giustificato.
Innanzitutto, c’è da dire che gli italiani, in quanto ‘etnia’, non possono essere considerati una ‘razza bianca’ a tutti gli effetti. Quando eravamo noi a dover vivere da immigrati, negli altri Paesi essere italiani era considerato un vero problema. Tuttavia, è difficile ricordare questo dato storico, perché significa far emergere come proprio noi italiani siamo frutto di un ‘meticciato’. Il nostro Dna è uno dei più ‘mescolati’ del mondo. Ed essendo geograficamente ‘adagiati’ nel bel mezzo del Mediterraneo, abbiamo subito innumerevoli influenze. Pertanto, trascinare il dibattito dai nostri problemi concreti, economia e lavoro, a quelli relativi ai flussi migratori è un mero ‘escamotage’: una ‘furbata’ per scaricarsi la coscienza dai problemi ‘altri’ che, soprattutto in Lombardia, sono stati affrontati poco e male, come dimostrato dal deragliamento del convoglio regionale Cremona-Milano avvenuto in questi giorni. Le campagne elettorali della prima Repubblica erano certamente noiose, ma per lo meno affrontavano questioni concrete. Oggi, invece, si cerca di fare i ‘furbi’ al fine di ‘distrarre’ l’elettorato e deresponsabilizzare la propria forza politica di appartenenza. Le condizioni del nostro Paese sono una questione molto seria. Dunque, dovremmo parlare di cose serie. Le seconde e terze generazioni di immigrati che lavorano in Italia sono un ‘ponte’ tra noi e l’Africa: non capirlo, significa sprecare molte opportunità. Ciò dovrebbe spingerci a una riflessione più profonda, soprattutto durante una campagna elettorale, poiché non è corretto giocare con la vita delle persone a scopo propagandistico. Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, durante i dibattiti televisivi ai quali partecipa ‘infila’ quasi sempre, qua e là, alcune frasi subliminali totalmente fuorvianti. Bossi era un federalista convinto e voleva dividere l’Italia, ma non raccontava ‘frottole’ sugli immigrati che non pagano il biglietto del tram. Anche perché, se andiamo a prendere le statistiche di tutte le aziende di trasporto pubblico delle nostre città, emerge un ‘quadro’ esattamente opposto: sono soprattutto gli italiani a fare i ‘portoghesi’. Più o meno uno su quattro, da Reggio Emilia a Palermo, passando per Roma e Milano. La gran parte degli immigrati che tutte le mattine salgono sui nostri mezzi pubblici per recarsi al lavoro, lo fanno col biglietto in mano, o l’abbonamento mensile in tasca. Intorno a tali argomenti si sta dunque diffondendo la disinformazione più sleale e assoluta. E la voce delle sinistre continua a essere troppo debole, poiché si teme di perdere consensi, mentre invece bisognerebbe sottolineare come qui da noi, oggi, vivano più di 5 milioni di migranti regolari, in maggioranza romeni e albanesi (gli islamici sono la più piccola delle minoranze, ndr), che producono l’8 per cento del Pil. Insomma, non solo è scomparso il tema dello ‘ius soli’ e dell’accoglienza: sono spariti anche i problemi reali di cittadini, italiani e stranieri, che pagano le tasse e ricevono dallo Stato dei servizi pessimi, aggravati da una Pubblica amministrazione ormai ‘rincoglionita’.
In una fase storica in cui tutti i reati diminuiscono del 10%, le forze politiche di sinistra accettano il ‘gioco’ di una campagna elettorale basata sulla sicurezza senza neanche informarsi. Da un recente dossier sull’immigrazione elaborato da Idos, un centro studi che fa riferimento alla Caritas, emerge chiaramente come il tasso di criminalità sia più basso tra le popolazioni straniere. E secondo quanto certificato dall’Eurostat, negli anni 2008-2015 le denunce contro gli italiani sono aumentate del 7,4%, mentre quelle contro gli stranieri sono diminuite dell’1,7%. Intorno all’argomento immigrazione sarebbe necessario che qualcuno si decidesse a ‘ribaltare il tavolo’ della questione, al fine di dire in faccia agli italiani le cose come stanno. Le sinistre debbono battersi per i diritti di tutti, italiani e stranieri, mentre invece continua a lasciarsi trascinare su un terreno che non le è proprio, poiché continua a sottovalutare ogni questione strategica su come si affronta una campagna elettorale.
Le destre stanno attuano una ‘tattica’ che, oramai, dovremmo conoscere a memoria. Invece, le nostre forze di progresso continuano a ritrovarsi costrette a ribattere su idee e concetti che non sono i suoi. Ma di tutte queste sinistre che hanno così poco da dire e che si lasciano imporre la disinformazione più sleale e scorretta cosa ce ne facciamo?
(26 gennaio 2018)
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