
di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Parlamentarie
Essere stato al servizio del potere, nascente o morente, sembra essere la carta vincente dell’italico giornalista che è servo del potere se a candidarlo è il PD, ma è benvenuto se lo candida qualcun altro.
Ci sono casi in cui l’autocandidatura può essere sintomo di incoscienza, o di alto ed ingiustificato concetto di sé. E a volte le due cose vanno insieme. Gianluigi Paragone, una vita al servizio della destra, direttore di capolavori dell’imprenditoria dell’informazione italiana come La Padania, (anche Matteo Salvini lo è stato), già vicedirettore di Libero, protagonista defenestrato di una trasmissione indimenticabile come La Gabbia che persino un Cairo disperatamente alla ricerca di inutili contenuti per la sua scadente La7 ha messo da parte, si è confuso senza successo -sembra essere la sua costante – tra i diecimila (sì, diecimila, lo ha detto Di Maio) autocandidatisi alla poltrona di deputato altresì senatore del M5S, perché un poltron is megl che gnent’.
Lui è proprio quel Gianluigi Paragone già sostituto di Feltri per un breve periodo alla direzione di Libero, poi nominato vicedirettore di Rai 1. Insomma una vita professionale spesa nei giornali della destra italiana e trasmissioni televisive come Malpensa Italia dagli share stellari (dal 6,6% all 8,77). Questo naturalmente prima degli sfracelli su La7. Vedremo cosa si racconteranno alla Casaleggio&Grillo per candidarlo e giustificare il fatto che abbia avuto rapporti con altri partiti, nel caso specifico la Lega Nord. Forse diranno che serviva un chitarrista.
Con lui altri circa 9.999 alla disperata ricerca di un lavoro ben retribuito per il quale occorrano scarse o nulle professionalità, perché tanto a decidere sono in due e se sbagli paghi – letteralmente. Cosa c’è quindi di meglio di una poltroncina a 12mila euro al mese, oltre a scaldare la quale nulla ti viene chiesto se non dire “sì” (e dirlo bene sennò di ti chiedono centomila euri [sic]? ) per 60 mesi che valgono circa 700mila euro spicciolo più spicciolo meno?
Non confondiamoci. Da quell’eccellente cronista che è Paragone utilizzerà i lunghi mesi passati in parlamento, dopo la necessaria benedizione dei vertici della Sacra Setta, agli ordini dei Diarchi e senza proferire verbo, per farsi una grande esperienza e raccontare, magari anche meglio di quanto abbia fatto in passato, magari in uno o più libri, i viscidi retroscena della politica perché tutti quelli che finiscono in parlamento, o al parlamento si candidano o vogliono lottare contro le brutture della politica – dio che orrore la politica! – sono in qualche modo legati ad essa legati, o da organi di partiti politici messi a libro paga e alla fine decidono di scendere in politica.
E’ il fascino della parte oscura della forza.
Ecco quindi un nuovo volto che si affaccia alla politica. Un quasi cinquantenne che dopo la Lega sposa gli spiritelli indemoniati dei reazionari 5Stelle travestiti (male) da progressisti e che si presenta insieme ad altri 9.999 circa per rincorrere l‘agognata poltrona sogno di una vita.
Come devono sentirsi i Diarchi di Grillology sapendo di poter disporre di tante vite pronte ad immolarsi per la causa…
(4 gennaio 2018)
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