di Giancarlo Grassi
Sensazione ha suscitato, nelle scorse settimane, la decisione del Presidente dell’VIII Municipio di Roma, Paolo Pace, eletto nelle liste del M5S, di dimettersi dalla sua carica e lasciare il Municipio senza guida politica. Abbiamo voluto intervistarlo per sentire dalla sua esperienza diretta quali sono stati gli ostacoli che incontrato sul suo cammino di governo, ostacoli che, come ha denunciato dal primo momento, venivano principalmente dagli esponenti dello stesso M5S che lo aveva candidato e portato alla vittoria. Si tratta di una lunga e serena riflessione su un’esperienza di governo terminata molto velocemente che da’ una lettura interessante ed approfondita dei meccanismi che muovono la non-azione del Movimento fondato da Beppe Grillo e che, finalmente, va al di là dei soliti scambi di accuse, articoli pro o contro e facili battute sull’operato della giunte a 5Stelle sparse per lo Stivale. Pubblichiamo l’intervista esattamente come l’abbiamo ricevuta via email, come lo stesso Pace potrà constatare, nel pomeriggio dell’11 maggio.
Da Presidente del Municipio VIII di Roma ad ex che se n’è andato sbattendo la porta. Che cosa è successo?
Non ho affatto sbattuto la porta, ma sono stato costretto, obtorto collo, a chiuderla per evitare danni al territorio e ai cittadini. Semplicemente non potevo più lavorare serenamente: qualsiasi attività portata avanti dai consiglieri dissidenti era unicamente volta ad esautorare il mio ruolo di ogni compito attribuitomi dalla legge e avrei dovuto sottostare alle decisioni folli di alcuni consiglieri ortodossi, mantenendo “solo” le mie responsabilità civili e penali! La mia dignità, oltre che il senso di rispetto che nutro verso le istituzioni, mi hanno aiutato a comprendere il momento delicato e rimettere il mandato alla volontà popolare. Di fatto avrei dovuto essere un “pupazzo” nelle mani di chi affermava che la LIPU è una specie di uccello tropicale e di chi voleva modificare addirittura il TUEL in consiglio municipale! Al di là della facile ma triste ironia, questo per farle comprendere il grado di competenza che queste persone hanno messo in campo. Inutili le riunioni fiume fatte in Comune, maldestri tentativi di arginare un’opposizione interna che nulla ha fatto o proposto per la cittadinanza. Al senso del dovere civico queste persone hanno anteposto il proprio ego personale, boicottando sistematicamente tutte le iniziative municipali proposte. Socializzazione politica e attenzione alle problematiche dei cittadini, attività mai messe in atto da questi signori.
Eppure, erano mesi che chiedevo aiuto alla Sindaca per la situazione di ottusa, ingiustificata e pericolosa opposizione che si era creata all’interno della maggioranza e che vedeva un gruppo di consiglieri M5S assumere posizioni ortodosse e non di buon senso che tendevano a bloccare ogni iniziativa o ad allungarne i tempi in maniera inaccettabile. Lo dico chiaramente: Nessun aiuto serio è mai giunto dal Campidoglio. I maldestri tentativi di conciliazione messi in campo da alcuni consiglieri comunali non hanno fatto altro che propagare le difficoltà interne. Encomiabile il tentativo di Paolo Ferrara che, a suo dire, per aiutarci era arrivato a proporre a tutti i consiglieri di dimettersi in blocco e far cadere il Municipio ed il Presidente (al solo scopo di evitare la gogna mediatica in caso di dimissioni del Presidente).
Ottusità e mancanza di umiltà riscontrati soprattutto nella definizione delle politiche municipali. Questi consiglieri sono arrivati addirittura a tentare di bloccare la riqualificazione dei mercati generali nel quadrante Ostiense con un progetto definitivo in attesa solo della presa d’atto formale. Volevano vanificare 14 anni di lavori, di progettazioni, con 40 atti amministrativi approvati e una ventina di conferenze di servizi concluse, sacrificare 650 milioni d’investimento (indotto compreso), 3000 posti di lavoro per i residenti e la riqualificazione di una intera area (che ora è da 14 anni un cratere a cielo aperto), tutto questo perché sul posto “nidificava un germano reale”! Assurdo ma vero. Tutto questo pur sapendo (come indicato dal parere dell’avvocatura capitolina) che questo blocco avrebbe comportato danni enormi per i cittadini. Infatti in caso di apertura del contenzioso legale tra Comune ed investitori, il Comune dovrà pagare circa 300 milioni di euro tra penali, danno cessante, lucro emergente, costi per le attività già effettuate ecc., senza pensare che il cantiere verrebbe “sequestrato” per un periodo di circa 10 anni. Un danno enorme per i cittadini ma soprattutto per i residenti, una vera follia sotto ogni punto di vista frutto di un fanatismo che non può trovare posto tra chi dovrebbe amministrare con il buon senso un territorio e nel rispetto degli interessi dei cittadini.
Quali sono le maggiori difficoltà che ha incontrato nell’operare nel suo ruolo di Presidente?
In realtà, se escludiamo la difficoltà più grande ed insuperabile legata alla opposizione dei miei consiglieri ortodossi, non ho incontrato grosse difficoltà ad operare come Presidente. Ho avuto il piacere e l’onore di collaborare con dei dipendenti municipali splendidi che mi hanno permesso di conoscere ogni dettaglio necessario e mi sono stati vicini al bisogno. Lo stesso discorso vale per le opposizioni politiche, che temevo potessero rappresentare “il problema” mentre di fatto hanno dimostrato grande senso di responsabilità collaborando in maniera fattiva e costruttiva alle iniziative che di volta in volta abbiamo presentato. Tutti collaboravano al bene della collettività: rappresentanti delle forze dell’ordine, dipartimenti comunali, Polizia Locale ecc. all’infuori di alcuni dei miei consiglieri rigidamente incollati su posizioni oltranziste, insostenibili e fuori da qualunque regola di buon senso oltre che spesso contrarie alla legge ed ai diritti acquisiti da terzi. Pensate che questi consiglieri nel pieno del delirio di un fanatismo senza limite sono arrivati a bocciare in Consiglio una Proposta di Risoluzione che mirava all’accelerazione dei lavori per il completamento del Parco di Tormarancia. Un’area verde stupenda che era stata pure oggetto di nostra campagna elettorale (soprattutto per la necessità di copertura della centrale elettrica di Piazza Lante per l’eliminazione dell’effetto delle onde elettromagnetiche della stessa sulla popolazione), inserita nelle linee programmatiche, approvata dalla Giunta e pure dalla Commissioni Ambiente del Municipio. Loro l’hanno bocciata per semplice ego personale! Questo uno dei tanti fatti che mi hanno fatto profondamente vergognare di essere il rappresentante di questo gruppo incoerente ed inconsistente, ma soprattutto non in grado di portare alcun beneficio concreto ai cittadini. Solo teorie, proclami, promesse, chiacchiere senza nessuna speranza di fare un fatto.
Posto che la politica romana non era scevra da bestialità nemmeno prima dell’arrivo di Virginia Raggi, come è possibile che in un anno nulla sia stato fatto?
La situazione di Roma è estremamente complessa e quindi di difficile gestione nell’immediato, ma questo si sapeva già da prima. Mi sono però meravigliato di come questa amministrazione centrale, al di là delle promesse e dei proclami, non sia stata fin’ora in grado di far decollare nemmeno le situazioni ed i progetti già pronti. Mi meraviglio di come per ogni cosa non ci sia mai chi possa prendere rapidamente una decisione assumendosene la responsabilità e per evitare di assumersela di posticipare ogni cosa o peggio ancora aspettare che si presentino i ricorsi per procedere solo su sentenza del TAR scaricando sui giudici le responsabilità di decidere, prerogativa che una amministrazione dovrebbe invece esercitare. Quando si amministra bisogna avere il coraggio di fare delle scelte e di attuarle in campo subito. I motivi di questa situazione credo possano essere simili a quelli che io stesso ho sperimentato sulla mia pelle in municipio. Come è possibile che nulla si muova? A volte le mura del palazzo ti fanno dimenticare da dove provieni, per cui è facile andare dire che “Roma è pulita!”. Come Presidente ho avanzato decine e decine di segnalazioni e richieste formali, eppure il comparto del servizio giardini del gruppo VIII non è mai stato dotato dei mezzi idonei a svolgere il suo servizio e non ha mai avuto nemmeno la possibilità di acquistare i prodotti di consumo minimali ed essenziali (come filo per i tagliaerba, catene o olio per le motoseghe, ecc..) o riparare i mezzi guasti (sono tre mesi che l’unico cestello elevatore per le potature è fermo per mancanza di fondi per ripararlo, il trattore per le falciature dell’erba è fermo per una gomma bucata, ecc.). Al posto della Sindaca avrei immediatamente fatto azioni semplici ma efficaci e di grande impatto: incrementato il numero dei giardinieri e dato seguito alla fornitura di attrezzature e mezzi necessari. L’immagine che Roma fornisce è in gran parte creata dalla manutenzione del verde e da quella delle strade. Auspico quindi, almeno su questo versante, massimo impegno a dare risposte serie, immediate ed efficaci.
La questione “rifiuti” a Roma: cosa c’è che non funziona?
La questione dei rifiuti a Roma è storia anch’essa molto vecchia, però ho sperato che con il nostro avvento qualcosa potesse cambiare. Per quanto concerne al Municipio VIII da subito abbiamo avviato un tavolo con AMA ed abbiamo esaminato con attenzione, nei primi sei mesi di mandato, la situazione in essere sul territorio, il contratto di servizi, i servizi effettivamente resi ed ogni dettaglio utile allo scopo. Abbiamo rilevato e segnalato al Comune ed al Dipartimento Tutela ambiente l’esito di questa nostra accurata analisi e cioè che AMA espletava al massimo non più del 50% dei servizi a cui era obbligata contrattualmente. Mi domandavo perché l’amministrazione capitolina dovesse pagare un canone al 100% a fronte di servizi resi al 50%, perché non si applicavano penali ecc.. Mai avuto una risposta che portasse a risolvere il problema o ad avviare procedure di contestazione dei servizi resi. Come si può pensare di gestire il problema dei rifiuti a Roma se chi è deputato contrattualmente a tale compito non lo espleta correttamente? Questo sarebbe dovuto essere il punto di partenza per poi procedere ad una riorganizzazione del servizio, all’estensione del porta a porta ecc.. Con questo modo di procedere la vedo dura che si possa trovare una soluzione che porti a qualche beneficio per i cittadini.
Il M5S è davvero dilaniato da faide interne così come si percepisce dall’esterno?
Per esperienza diretta direi che, come in ogni altra organizzazione politica, esistono delle correnti con modalità di azione e di orientamento diverse. La loro azione porta inevitabilmente a forti rallentamenti nell’azione di governo rendendo tutto estremamente difficile e spesso proprio per evitare tutto ciò si preferisce non fare nulla. La cosa che mi sfugge è che mentre nelle altre organizzazioni politiche queste correnti alla fine trovano “una quadra” e riescono comunque a garantire un’amministrazione “normale”, nel M5S queste correnti sembrano non avere l’obiettivo di trovare la “quadra” ma invece quello di dimostrare la loro forza rispetto ad altre come è stato nel nostro caso: la caduta del Municipio ad opera di alcuni consiglieri che remavano contro Presidenza e Giunta, impedendo tra l’altro che gran parte delle linee programmatiche previste potessero trovare applicazione a beneficio per la cittadinanza.
Questa mania del “complotto” il M5S da chi l’ha ereditata?
Non saprei, però credo possa essere anche il frutto dell’aggregazione di tante persone di differente estrazione. Nel M5S si trovano portavoce che rappresentano tutto l’arco istituzionale dall’estrema sinistra all’estrema destra. Oltre a ciò ho rilevato tra i portavoce (municipali) una grossa carenza di competenze, per cui sparare addosso al giornalista di turno è più semplice che prendersi la responsabilità: queste persone non hanno la minima idea dell’incarico che ricoprono, così come ho notato una mancanza di fiducia proprio tra loro stessi per cui ogni questione, iniziativa o altro andava esaminata attentamente, dissipando così gran parte del loro tempo ed energie solo in verifiche inutili e trascurando completamente la realizzazione delle linee programmatiche.
Cosa avrebbe voluto fare da presidente e non ha potuto, o non le hanno lasciato, fare?
Ho cominciato questa attività istituzionale con un impegno ed una passione enorme. Ero talmente preso da questo incarico che lavoravo senza sosta anche per 18 ore al giorno. Assieme agli Assessori (con grande competenza nelle materie specifiche) ed al gruppo di Consiglieri che invece collaboravano alla realizzazione dei programmi sono stati avviati progetti su grandi temi come la riqualificazione delle golene del Tevere, dell’area del Gazometro. Avevamo avviato numerose azioni per la regolarizzazione della manutenzione stradale e del verde. Abbiamo interagito molto anche in ambito politiche sociali, arrivando a sostenere con progetti a costo zero per l’amministrazione un numero maggiore di famiglie o persone in difficoltà. Molta attenzione è stata rivolta al contrasto del commercio abusivo e più in generale al non rispetto delle norme sul commercio. Sicuramente tra tutti mi sarebbe piaciuto vedere realizzato l’avvio del progetto di riqualificazione degli ex mercati generali in quanto di grandissimo impatto per il territorio ed i cittadini. Avrei voluto vedere i risultati di queste azioni, seguirle ed accertarmi che avessero l’esito sperato. Mi sarebbe piaciuto rendere ancor più evidente come sarebbe stato possibile portare grandi vantaggi per i cittadini, riuscendo a realizzare attività semplici ma di grande interesse per gli stessi. Ovviamente per tutto questo sarebbe stato necessario un maggior tempo, ma soprattutto una vera squadra coesa e orientata al raggiungimento degli obiettivi previsti.
Rifiuti, riforme che non si fanno, questione Marra, dimissioni a raffica, immobilismo: cosa vede dietro tutto questo?
Come anticipavo prima questo potrebbe essere dovuto alla presenza di tante persone provenienti da estrazioni diverse con idee a volte diametralmente opposte che spesso confliggono tra di loro. La questione Marra, attenzionata dalla magistratura, probabilmente si poteva anche gestire diversamente, in fondo ci sono tanti dirigenti in Comune pronti a fornire il loro contributo professionale. Dietro tutto questo, al di là di una esperienza politica limitata, vedo possibili conflitti interni, timori di sbagliare ed accorgersi di non trovarsi in una squadra coesa che faccia scudo comune, non riuscire ad assumersi responsabilità politiche, invidie, gelosie… Oltre a questo vedo anche una notevole ignoranza su come funziona una PA e sull’esistenza di leggi che la regolano. Molta confusione tra ruoli e funzioni, tra potere politico ed amministrativo…
E’ solo inesperienza dei quadri M5S che non sanno “gestire” il potere o gestione del potere per il potere e tutto si ferma lì?
Da quanto ne sappia io, non esistono né quadri né classe dirigente nel M5S. Questo per l’enunciato principio dell’uno vale uno, della gerarchia orizzontale. Cosicché un consigliere municipale giustamente pensa di poter contare quanto la Sindaca di Roma, ma nessuno si permette di spiegargli che questo è solo uno slogan che non può corrispondere al vero perché si scontrerebbe con le leggi dello stato, con le norme che regolano la PA, con le responsabilità penali e civili personali che sono molto diverse da portavoce e portavoce. Questa mancanza di strutturazione ed organizzazione interna non è, a mio avviso, un vantaggio ma un enorme svantaggio portatore di problemi e causa pure dell’impossibilità concreta di risolverli. Facciamo il caso del nostro Municipio dove un gruppo di consiglieri ortodossi ha determinato la caduta dello stesso. Pensate che se ci fosse stata una vera struttura partitica si sarebbe verificato tutto ciò?
Paolo Pace come vede il suo futuro in politica?
Nonostante la grande delusione provata per questa esperienza, soprattutto per non essere riuscito a realizzare ciò per cui avevo cominciato a lavorare con tanta passione ed impegno da circa 5 anni, debbo riconoscere che questa esperienza politica breve ma molto intensa, mi ha arricchito profondamente sotto ogni aspetto e mi ha permesso di capire che la grande differenza, quella vera e tangibile per i cittadini, la fanno solo le persone e non il cappello che indossano. Ne consegue che non c’è bisogno di creare nuovi movimenti per cambiare lo stato delle cose, ma convogliare le persone appropriate nelle organizzazioni che già esistono per permettere alle stesse, con la loro comprovata organizzazione e strutturazione, di poter funzionare al meglio e sempre e solo nell’interesse della collettività che si rappresenta. Ritengo che sarebbe un errore ed un danno per tutti non mettere a frutto della collettività questo enorme bagaglio d’esperienze acquisito anche solo continuando nel mio impegni civico che porto avanti ormai da circa 20 anni.
E come vede il futuro del M5S e di Roma?
Dopo l’esperienza fatta in municipio e considerando attentamente tutto quanto accaduto, mi verrebbe da pensare che se il M5S non provvederà: a) alla creazione di una organizzazione e strutturazione interna seria; b) ad una formazione preventiva dei possibili candidati con test multi-matrice che testi le conoscenze su leggi, regolamenti, materie di competenza ecc. non potrà avere un futuro degno di questo nome considerando che ad oggi il successo che ha ottenuto è dovuto più al demerito degli altri partiti che ad un suo merito. Per quanto riguarda l’esperienza romana, che dire? Non mi sembra che ad oggi si sia riusciti ad evidenziare positività concrete o inizio di cambiamenti importanti rispetto al passato, o ancora meno, alti profili di politica, qui si continua ad amministrate le emergenze, niente di più rispetto alle altre amministrazioni. Addirittura non è stato dato seguito nemmeno a ciò che era pronto e definitivo da prima dell’insediamento. Sono deluso ed amareggiato per quanto accaduto, per la situazione di immobilismo in cui versa Roma, per la mancanza di qualcuno che si assuma una responsabilità evitando inutili rimpalli, per l’incapacità e l’approssimazione con cui vengono gestite le problematiche come quella del nostro Municipio, ma soprattutto nel non vedere nei fatti concreti la realizzazione delle teoriche linee programmatiche tanto sbandierate in campagna elettorale.
(11 maggio 2017)
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