
di Giovanna Di Rosa
L’animo del dittatorello cresciuto nella medioborghesia nera napoletana, illetterato, sgrammaticato e senza la laurea che ogni buon piccolo borghese cerca come prova della propria vittoria sociale, del suo essere “qualcuno”, è uscita allo scoperto rivelando che dietro un Luigi Di Maio qualsiasi si cela un pericoloso dittatorucolo da due soldi che solo cerca il potere e solo quello rincorrerà. Con cinismo e sprezzo della vita – e della morte – altrui, l’ex webmaster, già steward del San Paolo, e vicepresidente della Camera senza meriti e coi voti del PD di Bersani, l’illetterato senza laurea che dà lezioni di diritto costituzionale a Mattarella, Luigino il Monellaccio insomma, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post dove invoca la fine dei partiti e, a proposito del 25 aprile, dice che “sarà l’ultimo”.
Poi, lancia in resta, il paladino di tutte le bufale se la prende – a beneficio ed uso e consumo della sua ciurma di incolti votanti – con il referendum del 5 dicembre, insulta coloro che oggi difendono la Costituzione in nome del 25 aprile bollandoli di averla “voluta distruggere” con il referendum che gli “Italiani” hanno bocciato e via bufalando. Il vero pericolo rappresentato dal M5S sta nel fatto che ritengono, questa banda di impreparati buzzurri pronti a tutti per avere il potere, di dover governare l’Italia “per diritto” e sono animati da una furia vendicativa senza confini. Alla luce del loro odio per tutto ciò che “non li rappresenta” arrivano persino a scambiare la Costituzione, e il governo di Roma e di tutto ciò che è caduto nelle loro grinfie, per il loro ridicolo statuto, quello che il Vate del Sacro Blog cambia a seconda dell’utilità, delle circostanze, delle necessità, della convenienza politica.
Di Maio chiosa quindi dicendo di provare gioia, in cuor suo, per la liberazione dai nazisti (lui dice “dai nazifascisti”, ma il M5S è la prova di come questo orribile cancro si ripresenti sempre sotto forme differenti), dopo avere infilato la solita serie di accuse non documentate, lanciate qua e là come si lanciano gli ami quando si sa che ci sono pesci pronti ad abboccare. Un opportunismo viscido e vergognoso che viene dal vicepresidente della Camera dei Deputati, il cui disprezzo per le istituzioni che ha accettato di rappresentare è sempre più evidente.
Di Maio, in ultima analisi e in perfetta linea con gli amici del M5S Maduro e Putin, invoca il partito unico. Il suo.
(25 aprile 2017)
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