di Mila Mercadante twitter@Mila56170236
Il più discusso, contestato e detestato Presidente degli Stati Uniti è riuscito in poche ore ad ottenere il consenso unanime dell’occidente, di Israele, della Turchia e dell’Arabia Saudita. Come? Comportandosi come una Hillary qualunque, un Bush , un Bill, insomma: come il Presidente del Paese da sempre gendarme del mondo, il garante della democrazia. Esistono due modi per interpretare la scelta di Trump di attaccare senza il consenso ONU uno Stato sovrano: un modo lo spiegano media internazionali, l’altro attiene alla sfera del gomblotto oppure a quella della logica. Vediamo perché.
La narrazione dell’annosa e complicata guerra siriana è costellata di menzogne, di omissis, di alterazioni dei fatti. Voluta dagli USA dopo la drammatica e rovinosa “campagna irachena” – anch’essa basata sulla menzogna – la guerra siriana è stata presentata alle masse come una contrapposizione dei ribelli buoni o moderati ad Assad il criminale. Sullo sfondo, la partecipazione straordinaria del mitico Stato Islamico, formato da un manipolo di uomini nerovestiti i quali, a cavallo dei loro fuoristrada Toyota erano capaci di terrorizzare tutto il Medio Oriente e tutto l’Occidente senza possedere un esercito, la marina, l’aviazione, una vera struttura governativa: “Stiamo arrivando”, ci minacciavano, e noi tutti ci credevamo, mentre i loro organi di informazione – con l’ausilio dei nostri – davano dimostrazioni frequenti della loro crudeltà inarrestabile. Gli unici in grado di fermarli e di sconfiggerli sul campo di battaglia erano i curdi del Royava, uomini e donne di valore, guerriglieri, non certo attrezzati come gli eserciti delle grandi potenze internazionali. Sarebbe bastato studiare ed imitare le loro strategie di attacco per far fuori Isis in pochissimo tempo. Video e immagini patinati dall’impronta fortemente cinematografica e suggestivi richiami al cinema hollywoodiano davano la misura della straordinaria capacità di Isis di comunicare su due fronti e a livelli differenti: uno barbarico, ancestrale e l’altro modernissimo ed esteticamente vicino alla cultura occidentale. Durante la guerra civile siriana molti paesi, occidentali e non, hanno beneficiato del contrabbando di petrolio di Isis. Quando entrò in scena Putin le cose cambiarono. In pochi mesi i jihadisti sono stati sconfitti, i turchi hanno dovuto ritirarsi, Isis è stato cacciato. Una manciata di giorni fa giunge perfino un messaggio del governo USA : defenestrare Assad non rappresenta più per noi una questione primaria. E Assad, che finalmente ha intravisto un poco di stabilità e ha ottenuto territori liberati, che cosa fa? Usa le armi chimiche facendo strage di civili. Un perfetto idiota, insomma. Putin e Assad come Totò e Peppino, con tutto il rispetto per questi ultimi. Gettare alle ortiche risultati evidenti e far sì che tutto il mondo si ribelli è veramente da fessi!
Non esistono buoni e cattivi. Quale sarebbe il termine di paragone? Una visione univoca del mondo ci permette di essere certi di avere sempre dalla parte giusta: pura arbitrarietà. Assad non è affatto un bravo ragazzo, non lo sono neppure gli inglesi, i francesi, i tedeschi, gli americani, i russi, i cinesi. Si potrebbe semmai stilare una graduatoria delle nefandezze dei potenti e stabilire chi è il meno buono e chi pareggia. Dando una rispolverata al ricordo di Saddam Hussein, accusato di possedere un arsenale di antrace in grado di sterminare l’Occidente, oggi sarebbe opportuno dubitare: è stato davvero Assad ad usare le armi chimiche oppure sono stati i ribelli moderati in risposta ad un attacco recentissimo di Assad? Perché Trump prima di bombardare la Siria ha avvertito Putin? Per quale ragione l’azione degli USA è stata tanto poco efficace? In effetti il Ministero della difesa russo mostra un video dell’attacco: sono stati distrutti un po’ di missili non puntati su obiettivi e mezza dozzina di mig. Aerei, hangar e pista di atterraggio del sito colpito sono stati lasciati intatti. Non sembra essere un cambio decisivo di prospettive e di strategia. Staremo a vedere.
(7 aprile 2017)
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