di Giancarlo Grassi
Michele Emiliano ha parlato di “intimidazioni mafiose” arrivate dal Lingotto, noi che per lavoro abbiamo seguito l’intera tre giorni di “intimidazione mafiose” all’indirizzo di Emiliano non ne abbiamo sentite. vero è che l’ex magistrato è lui che di mafia e cose mafiose, per lavoro, ne dovrebbe sapere più di noi. Speranza pure, si è sentito “intimidito” da ciò che è arrivato dal Lingotto; sospettiamo che “l’intimidirsi” abbia avuto a che vedere col fatto che Matteo Renzi non è affatto finito come molti pensavano. Lo pensa, che Renzi sia finito, anche Mdp (non trovate curiosa l’assonanza con Monte dei Paschi, nel nuovo acronimo della ridicola e distruttrice forza politica varata da Bersani e dal buon D’Alema dei grandi complotti che se la prendono lo “scandalo Consip”?) che ha pensato bene di far sentire subito la sua vocina, finché ne avrà un po’ di quella vocina, presentando una prudentissima mozione affinché il premier Gentiloni tolga le deleghe al ministro Lotti. Non si capisce se stiano facendo politica d’opposizione o reclamando una poltrona, ma torniamo ad Emiliano il quale, in una videointervista a Repubblica, ha dichiarato di essere “l’unica alternativa al nulla lucente di Matteo Renzi”. Nelle scorso fine settimana l’uomo che è dentro il PD, ma è anche fuori, che è oppositore, ma anche sostenitore, che è di sinistra, ma anche del M5S, che è per la salute pubblica, ma anche contro i vaccini, che è di Mdp, ma anche del PD, che è di sinistra, ma non troppo, che è magistrato, ma anche no, si deve essere perso qualcosa di importante perché decisamente non ha capito da che parte sta la maggioranza dei votanti del Partito Democratico. Quella maggioranza che il 30 aprile lo asfalterà. Ma al presidente della Regione Puglia tutto questo non importa.
Emiliano ed Orlando, insieme a tutti coloro che dal PD volevano uscire, ma sono rimasti, ciò che vogliono è indebolire Renzi dall’interno per impossessarsi del partito, segno che le grandi prove di democrazia impartite loro da quello che con prosopopea da meretrice incolta in menopausa essi chiamano “la nostra gente”, quelle “primarie” che da quando Renzi le ha vinte nessuno vorrebbe più, non hanno insegnato loro che dopo elezioni democratiche dove si sceglie un leader poi quel leader si segue, senza fargli la guerra dall’interno in nome di un gruppo parlamentare come Mdp, nato per odio personale e non per proposta politica, o in nome di un tal Emiliano che non vuole vaccinare i bambini e propone aperture al M5S di Raggi, Di Maio e Di Battista, proprio come se invece di boutade da due soldi si trattasse di proposte politiche sensate e se al suo livore personale fosse in grado di sostituire una preparazione da statista.
(13 marzo 2017)
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