di Il Capo
Il Vate del Sacro Blog ha commesso un passo falsissimo, come le sue bufale, ed ha forse messo inconsapevolmente fine all’epoca nella quale il Re Beppe Grillo monopolizzava il web, social in primis, forte di un seguito di adepti numerosissimo. Sabato 4 marzo quel mattacchione di Matteo Renzi, che ha sette vite come i gatti, sembra avere assestato un colpo durissimo al Vate di tutte le Bufale. Nonostante l’enorme numero di seguaci su Facebook e Twitter, Grillo ha infatti subito un duro colpo.
Parliamo della forza mediatica scatenata dalla risposta al guitto pregiudicato dell’ex premier, la famosissima (100mila like su Facebook, 6mila miseri like quelli di Grillo al suo post) lettera di risposta agli insulti personali del comico genovese all’indirizzo di Renzi padre ed alle insinuazione sul rapporto padre-figlio. Anche su Twitter le cose non sono andate benissimo al guitto della traversata del canale di Sicilia a nuoto, mentre invece sono andate assai meglio all’ex premier. Ora non stiamo scrivendo che i like si trasformino in voti, sennò non si spiegherebbe come mai Luigino di Maio è in parlamento con 189 preferenze – miracoli del Porcellum – ma se è vero che i post “sono la pancia” del paese allora l’aria parrebbe cambiare: l’ex premier raccoglie infatti quasi il 90% di commenti positivi nei suoi confronti mentre il Guru della Casaleggio un impressionante numero di commenti negativi.
Merito dell’ex premier e della sua nuova “umanizzazione” (ché parlare della disumanizzazione di Grillo, è come uccidere un morto)? Possibile. Vero è che mentre i soliti mediani di sfondamento zoppi, investiti da Grillo della missione di fingersi preparati sulla tivà amica nota come La7, fanno bella mostra dallo schermo della loro incultura, della loro protervia ed ignoranza – parliamo dei vari Di Maio e Di Battista – la squadra formatasi spontaneamente attorno a Matteo Renzi per sostenerlo (Marcucci, Scalfarotto, Morani, Nannicini e le nuove leve Cinà, Leonardi, Casellato) anche attraverso le “condivisioni” e i retweet sta cominciando a dare frutti inaspettati erodendo consenso al Principe delle Bufale del Web a discapito di un blog dove ha sede un movimento che non deve nemmeno presentare rendicontazioni. Ed ha il coraggio di fare la morale a tutti gli Italiani.
(5 marzo 2017)
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