di Ahmed Naouali
Erdogan come Stalin arresta gli oppositori ed i leader dei partiti che gli si oppongono, quindi oscura i social network affinché le proteste popolari non siano visibili, né i commenti possano essere condivisi. E’ per mano della polizia curda che il pericoloso dittatore, sempre più preda della sua paranoia degna di Stalin, ha dato nuovi impulso alle purghe contro gli oppositori: arrestati i due co-leader del principale partito filocurdo del paese, il Partito Democratico del popolo (Hdp), Selahattin Demirtas e la co-leader Figen Yuksekdag. Gli arresti sono parte di una vasta operazione contro l’Hdp, terzo partito del parlamento turco che il presidente eletto che si è inventato un golpe a suo uso e consumo, vuole zittire. L’accusa verso i due leader è quella di aver diffuso propaganda a favore del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), organizzazione considerata fuorilegge da Erdogan. Il giornale indipendente Hurriyet, uno dei pochi ancora in vita, scrive che numerosi altri parlamentari Hdp sono stati arrestati, tra loro deputato Sirri Surreya Onder, uno dei deputati più in vista del paese.
(4 novembre 2016)
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