di Il Capo
Vive l’Italie mes amis! Soltanto egopati deliranti schiavi di loro stessi ptoevano dare vita all’orrendo spettacolo che abbiamo visto negli ultimi giorni: da un lato il M5S che ha mostrato al paese intero di cosa è fatta la sua politica e di che pasta son fatti i suoi leader e candidati. Lo hanno dimostrato così bene che, conoscendo gli Italiani, viene da pensare che abbiano guadagnato anche qualche punto percentuale. Perché il problema in questo paese è l’imbecillità di chi vota, non la faccia tosta di chi vende fumo. Dall’altra parte, a proposito di facce toste, mentre imperversano le Balle a 5 Stelle da Nettuno a Roma e su tutti i quotidiani nazionali – noi le nostre cronache le abbiam fatte, ora saranno cxxxi loro – Massimo D’Alema seriamente preoccupato per il benessere del suo paese nel quale non ha più alcun ruolo pubblico, mosso da seria volontà di riportare l’Italia al posto che occupava nel passato e non ai fasti [sic] della Bicamerale con Berlusconi fallita nel modo che tutti conosciamo, o a quelli della disastrosa riforma del titolo V della Costituzione i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, si allea con la destra di Brunetta (non che abbia mai fatto qualcosa di diverso), si allea con i falliti della minoranza che a lui fa (silenziosamente) capo, e lancia strali contro Renzi ed i suoi gridando a destra e a manca quanto schifo gli fanno i metodi con i quali si sarebbero “impossessati” del potere e la loro gestione dello stesso.
Ne deriva che a D’Alema fa schifo il democraticissimo sistema delle primarie (perché così Renzi e l’attuale segreteria del PD hanno scalato il partito, prendendosi quasi il 70% dei voti mentre il candidato dalemiano ha preso il 18%), fa schifo avere il suo partito al governo, fa schifo che finalmente dopo vent’anni di immobilismo del quale lui, e non Renzi, è il responsabile principale, ci siano persone che – sbagliando come tutti coloro che fanno – le cose in Italia hanno deciso di farle. Il sospetto è che a D’Alema disturbi che qualcun’ altro possa mettere le mani sugli immobili del PCI ora ai DS – che non si sono mai sciolti – e che non appartengono al PD. La storia è interessante e, siccome di scriverne non ne ho nessuna voglia, che mi fa cattivissimo sangue, la trovate qui.
Massimo D’Alema è così legato all’Italia ed al suo progresso che in nome del suo possibile rientro in politica in ruoli di primo piano, è disposto a tutto. Anche a far saltare referendum, governo e riforme in atto. Un grande della politica con una inedita visione del futuro coerente con quella del nemico-collega Berlusconi: prima vengo io e poi – forse – gli altri. Ammesso che siano d’accordo con me. E per legittimare tutto questo lancia un “Comitato per il No” al referendum. Questo sono le azioni di Massimo D’Alema, definito grande politico e statista, mentre a Roma spadroneggiano i poteri forti travestiti da 5 Stelle.
(8 settembre 2016)
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