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Pellè, o dell’Italiano che sfotte il portiere poi sbaglia il rigore

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foto: Repubblica.it
foto: Repubblica.it

di Il Capo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non c’è niente di meglio della presunzione per un giovane virgulto del calcio italiano, tutto muscoli e testosterone che è componente della “maschia” [cit.] nazionale di calcio italiana. Se poi alla presunzione ed alla giovane età aggiungi anche un inconsapevole senso del rendersi ridicolo di fronte al mondo intero, si ottiene un nome: Pellè. Il suo gesto durante l’esecuzione dei calci di rigore nell’incontro perso contro la Germania, quel gesto che diceva con fare straffottente a Neuer ti faccio il cucchiaio e sei fottuto, non è stato solo un gesto di immaturità, di arroganza e di superiorità malposto e sportivamente scorretto, ma una metafora perfetta degli italici tempi. Perché poi Neuer quel calcio di rigore “a cucchiaio” non lo ha nemmeno parato perché “Tifaccioilcucchiaio” l’ha tirato direttamente fuori e l’Italia se ne è tornata a casa. Prima di Pellè un altro genio come Zaza, si era messo a giocherellare sulle punte prima di calciare ed il pallone era fiondato sulla cattedrale di Colonia…

 

Di ironizzare su quest’italico senso di superiorità, su questa “sbruffoneria” da bulletto di quartiere  sviluppata a causa del vivere in un ambiente “protetto” come quello dei club calcistici, ne avremmo voglia, ma c’è poco da ironizzare. Non perché si è usciti dall’Europeo che non ce ne può fregare di meno, ma per ciò che si trasmette a chi segue il calcio (vedere certi tifosi sugli spalti e pensare che alle elezioni voteranno, ci ha dato certi brividi). Una riforma radicale del calcio con stipendi ai calciatori che non superino quelli mensili di un operaio specializzato, non sarebbe male. Magari avrebbero meno tempo per darsi arie da dèi, questi buffoni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(3 luglio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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