di Paolo M. Minciotti
Ogni tanto si sveglia un pretino che si mette in cattedra (come se servisse a qualcuno il suo fascismo ideologico ammantato di animismo) e non sapendo contro chi scagliarsi, se la prende con i gay invocandone la morte perché sarebbe la parola del suo dio. A parte il chiedersi in che tipo di dio creda il pover’uomo, viene anche da domandarsi come mai le parole del suo dio, di questo pretino, siano favorevoli alla morte per i gay e non dicano invece nulla contro i preti pedofili.
Protagonista dell’ennesima triste storia di incitamento all’odio (perché di questo si tratta) Massimiliano Pusceddu, parroco di Decimoputzu (Cagliari), durante l’omelia del 28 maggio scorso. Doveva essere a corto d’argomenti, o forse aveva qualche che je rodeva perché non è nemmeno riuscito a nascondersi dietro il falso amore che chiamano cristiano, lui e i suoi simili che stanno sempre a puntare il dito contro gli altri.
Certo non erano parole sue, del pretonzolo, venivano da uno dei libri che questi fanatici considerano più importantid egli esseri umani e si riferivano agli omosessuali, secondo il Pusceddu, come ad individui “colmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia, pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità, diffamatori, maldicenti, nemici di Dio”. Vien quasi da pensare che invece quel passo si riferisca alle gerarchie vaticane ed ai loro intrighi… Da decenni, ormai, sotto gli occhi di tutto il mondo.
Mai come in questo momento sentiamo il bisogno di una legge decente (non la Legge Scalfarotto) contro l’omofobia.
(9 giugno 2016)
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