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HomeCopertinaRed Ronnie, Marchini, le invenzioni del web e il nulla (sondaggi inclusi)

Red Ronnie, Marchini, le invenzioni del web e il nulla (sondaggi inclusi)

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Red Ronnie 00di Daniele Santi

 

 

 

 

 

 

 

 

Le genialate di Red Ronnie erano già note ai tempo del Roxy Bar quando, con sprezzo del pericolo, si rendeva protagonista di sgrammaticate incursioni nei più svariati argomenti, spesso in un’attualità che rileggeva secondo i suoi esilaranti punti di vista: ci facevamo un sacco di risate il sabato sera con gli amici e le amiche. Erano tempi fantastici quelli: non c’era ancora un mezzo che spacciava per verità qualunque idiozia proferita da qualsiasi bocca. Non c’era ancora un buco nero chiamato web che inghiottisce verità, le rielabora e le trasforma in fregnacce e le fa vivere a suon di “mi piace”. Non c’era la possibilità per un Red Ronnie o un Alfio Marchini di trasmettere il nulla che rappresentano con buona probabilità di divenire un leader politico il secondo e di tornare agli antichi e sgrammaticati fasti il primo. Non c’erano programmi televisivi dei quali si ignorano le ragioni e l’utilità, che permettevano a uno come Red Ronnie di dire la polio fu debellata prima del vaccino più un sacco di stupidaggini sul tetano. Non c’erano giornaliste televisive che intervistavano gli Alfio Marchini che non mette in fila due pensieri due che abbiano un senso politico, una proposta che sia una proposta, e che si esprime soltanto attraverso lo slogan coniato sul fatto che ha emotivamente coinvolto i suoi potenziali elettori e che non è nemmeno in grado di entrare nel merito delle questioni che gli vengono poste. Non c’erano nemmeno i grandi direttori di giornali che citano i sondaggi per dire che non credono ai sondaggi e i quotidiani che citano tutti i sondaggi per poi scrivere che probabilmente vincerà quello, ma anche quell’altro e con ogni probabilità quell’altro ancora e probabilmente anche l’outsider avrà delle chance. Se citano tutti i sondaggi accontentano tutti i lettori e non perdono copie. A questo bisogna pensare?

 

Eccovi raccontata una breve cronaca del nulla che siamo riusciti e percepire nel corso di un’ora passata all’ascolto di alcune trasmissioni televisive. Non ci siamo sbagliati, abbiamo proprio ascoltato, senza guardare, la tv. E ci siamo saturati lo stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(16 maggio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

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