di Giovanna Di Rosa
Il Movimento 5 Stelle – 5 Stelle per il trasformismo, 5 per l’incapacità, 5 per l’inutilità politica, 5 per il poltronismo, 5 per la competizione, 5 per l’arroganza dei suoi capetti – non pago delle figuracce che i suoi governicchi locali stanno rimediando in giro per l’Italia, con l’unica eccezione di Pizzarotti a Parma in odore di purga staliniana un giorno sì e l’altro anche, stanno dando il via alla corsa alla poltrona in vista delle prossime amministrative, quelle amministrative che il Direttorio delle Tre Grazie racconta in giro che vincerà. Vediamo come e con chi?
A Milano è evidente che le elezioni sono già vinte. La candidata a 5 Stelle che tutto il mondo politico invidia è una signorotta ultracinquantenne di professione disoccupata prima della folgorazione sulla via di Casaleggio&Vate Associato che con ben 200, dico duecento, voti è stata scelta dagli dèi a 5 Stelle che tutto sanno e tutto conoscono e ciò che non conoscono è la bugia ed il colpo basso. L’infallibile direttorio delle Tre Grazie si è immediatamente accorto che la signorotta ultracinquantenne mancava, per così dire, di appeal e che anche la sua statura [sic] politica non era forse all’altezza dello scontro, così che Donna Bedori dei 200 Voti potrebbe essere fatta fuori senza troppi complimenti. Anche il Premio Nobel Dario Fo non la vedrebbe bene sulla poltrona di Prima Cittadina a Milano. Lui è uno che fa opinione. E’ noto.
A Roma gli ex consiglieri Marcello De Vito e Virginia Rossi si danno botte da orbi. Dietro alla scontro, in defilata osservazione, pare muovere i fili l’orrenda Roberta Lombardi membro del comitato di epurazione a 5 Stelle e già tristissima figura del parlamento italiano (è quella de “La società civile siamo noi” a Bersani, tanto per ricordarne la modestia), mentre a Salerno si grida “nessun candidato che sia stato contro il M5S nelle passate elezioni” (sono rancorosetti nel M5S come ogni mente semplice che si rispetti) e poi pare che gli interessi a 5 Stelle siano rivolti a tal Dante Santoro che già prese un 600 voti nella lista che sosteneva De Luca, odiato dai 5 stellati come si odia la fame.
A Torino i 5 Stelle prendono nei sondaggi 15 punti da Piero Fassino, anche lì una scelta suicida del candidato eletto, pare, con un centinaio di voti a ciò che sono state chiamate “primarie” di cui quasi nessuno sapeva nulla.
Certo la preoccupazione dei 5Stelle dopo le figuracce di Quarto, i disastri di Livorno, i casini di Gela e l’indipendenza del sindaco di Parma al quale nessuno dà ordini – e non vuol dire che non ci provino – è riuscire ad acchiapparsi Roma perché se perdono anche lì, Movimento 5 Stelle ciao ciao, fine della storia, bye bye, be good and try to be happy!, con gli elettori che si dovranno cercare un vero partito neofascista all’interno del quale sfogare mal di pancia e flatulenze. Roma è in una situazione complicatissima ed è verosimile che nessuno la voglia, quella poltrona di Sindaco lì, se non per prestigio (prestigio?!?) così che la battaglia interna tra i due ex consiglieri sembra essere più un redde rationem interno tra l’orrenda Lombardi da una parte ed Alessandro Di Battista e Casaleggio dall’altra.
Perché saranno anche a 5 Stelle i Cittadini dell’inutile Movimento del quale non si sentiva il bisogno, ma rimangono sempre Italiane ed Italiani con tutti i vizi e i difetti degli Italiani, compreso un feroce attaccamento al potere amplificato dall’insicurezza di sapere di essere stati nulla e dal terrore di doverci, in quel nulla, ritornare.
Con le più sentite condoglianze a candidati ed elettori e alla gatta da pelare che si sono scelti.
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(29 gennaio 2016)
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