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Quattro gatti, ma a 5 Stelle, ad Arezzo contro Banca Etruria

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M5S Arezzodi Giovanna Di Rosa

 

 

 

 

Eravamo lì, ad ascoltare le incongruenti grida di Di Battista, la sua retorica inconcludente che mira alla pancia ed all’emotività, ma la piazza era piccola, piccola, molto più piccola del giorno prima, quando si manifestava pro-unioni civili ed il M5S non diceva una parola sull’argomento, impegnato ad inventarsi qualcosa di nuovo per il giorno dopo quando avrebbe dovuto riempire Arezzo di una marea di gente. Gli è andata male, anche perché l’attenzione mediatica è stata catalizzata dal nuovo tour teatrale del Vate Grillo, con Di Maio su tutti i canali a dire che il M5S cammina con le sue gambe come se ce le avesse le gambe e che Grillo sarà garante delle linee guida dei pentastellati, quelle che reggono il blog e le epurazioni dal blog. E’ molto più facile credere che gli incompetenti a 5 Stelle cambieranno il mondo (resta da capire se in stile Quarto in stile Livorno, o forse in stile Comacchio) piuttosto che alla balla di Grillo che fa “un passo di lato” espressione straordinaria che indica che con un gomitata può farti fuori.

 

Oggi, dì di lune, poco entusiasmo sul dopo Arezzo che doveva essere la rivoluzione a 5 Stelle. Sullo sfondo quelli che le palle ce le hanno rimesse sul serio con la storia di banca Etruria. Sul palco a denunciare, lividi di rabbia. C’è chi scriverà un libro sulla questione.

 

Di Battista è bravo con la sua retorica da capetto dello staterello: “Giù le bandiere del movimento”, dice, ed è troppo, troppo buono “questa non è solo una manifestazione del movimento, ma di tutte le vittime del decreto. Più alziamo la voce più i truffati possono recuperare fino all’ultimo centesimo”, poi denuncia la ministra Boschi, che sarebbe stata invitata (ci stiamo informando, magari è anche vero, ma dubito che riceveremo risposte chiare, da una parte e dall’altra), ma si sarebbe rifiutata di partecipare (potevano invitare Boschi padre? Era lui a capo della banca non la Ministra), poi affonda e dice una cosa che sembra una verità: “Siamo qui per chiedere che siano i responsabili a pagare e che la Banca d’Italia torni ad essere rigovernata dai cittadini”: quando, ci dica il prode Di Battista, la Banca d’Italia è stata governata dai cittadini? Quando? Quindi decide che la causa del fallimento della banca è “dei clan che si chiamano Renzi e Boschi e che hanno spolpate gli istituti dando soldi agli amici degli amici”. Ci vorrebbero prove. Come quelle che dicono che ad Arezzo c’erano migliaia e migliaia di persone.

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