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Se ne vanno pezzi del Pd e si fanno cantieri per una Nuova Sinistra. N’ata vota

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Bandiera Rossadi Il Capo

 

 

 

 

 

Si figurino se sono d’accordo con tutte le scelte del Governo Renzi, naturalmente no. Nemmeno sono d’accordo con tutte le scelte del Pd, ne lamento le lentezze ed un disegno che non è sempre chiarissimo. Trovo anche il premier Matteo Renzi un po’ troppo gigione negli ultimi tempi, con il sorrisino di chi si sente invincibile, oltre che abile.

 

E’ vero poi che il cialtronismo da stalliere convertito alla politica per un colpo di culo di troppi esponenti del M5S mi lascia attonito e stupito per come questi qui si stiano mangiando vivo un progetto politico straordinario del quale Di Maio sarà insieme l’istituzionalizzatore ed il becchino. Senza parlare del pesci-Vendolismo di Sel che insieme ad elementi di grande spessore culturale, gestisce un linguaggio insopportabilmente demagogico ad uso interno e del proprio scarso elettorato, insieme ad un culto del capo che trovavo insopportabile a 5 anni figurati ora, dopo quattro decadi.

 

Un velo pietoso sulla pietosa destra di questo paese che va al potere perché questo è un paese di destra ed i voti vanno pescati lì, che dimentica di stare in un paese che rimane di destra anche quando vota a sinistra: una destra che quando non è schiacciata sui privilegi offerti dal Capo Supremo (si chiami Berlusconi o Mussolini) si affida al Vaticano o alla xenofobia o al razzismo. Spesso a tutti e due. Insieme all’omofobia. Si figurino lor lettori se si può sopportare o essere d’accordo con tutto questo.

 

Ancor meno però si può essere d’accordo con l’ennesimo cantiere della sinistra (ne ho viste almeno dieci di scissioni, altrettanti di cantieri con morti politiche ed epurati vari, e non ho certo ottant’anni), un ennesimo cantiere messo in piedi dai vari Civati, Vendola, con concorso bertinottiano e camussiano. I prodi condottieri sono lancia in resta alla costruzione dell’ennesimo partito del 5% se va bene; viaggia per le urne prossime venture un morto che parla chiamato “Possibile”, nome che pare ispirato ai populismi spagnoli che eran già vecchi sei mesi fa. Cavalieri di ventura che paiono ignorare che i radicali furiosi che stavano a sinistra una casa ce l’hanno già, si chiama Movimento 5 Stelle ed è la patria di tutti i furiosi, di tutti coloro che vogliono un sogno e l’avranno costi quel che costi, di quelli che la rivoluzione prima di tutto, di quelli che ce l’hanno con tutti i potenti del mondo e vedremo cosa faranno quando potenti saranno loro. Ammesso che lo diventino mai.

 

L’idea di sorbirmi l’ennesimo cantiere di sinistra, o laboratorio di idee, o casa comune, dove si rifonda il rifondato almeno dieci volte mi fa accapponare la pelle. Certo potevo scegliermi un altro mestiere, direte voi. E avreste ragione. Se non fosse che facendo ciò che faccio almeno posso pensare di avere chiaro ciò che ho sotto gli occhi. E se proprio mi sento male posso sempre guardarmi Peppone e Don Camillo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(4 novembre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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