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Erdogan. L’uomo che ha distrutto la convivenza civile in Turchia

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Turchia-Ankara-Attentatodi Daniele Santi

 

 

 

 

 

Un centinaio di morti e numerosissimi feriti causati da due attentatori kamikaze che si fanno saltare in aria durante una manifestazione per la pace organizzata da simpatizzanti curdi; Erdogan che finge un’empatia che non prova e poi, senza che nessuna rivendicazione ufficiale giunga agli organi d’informazione, attribuisce la paternità degli attentati all’Isis.

 

Se anche fosse vero, cosa della quale è lecito dubitare perché è stato Erdogan ad annunciare bombardamenti sulle postazioni dell’Isis nel nord dell’Iraq salvo poi bombardare i Curdi nel sud della Turchia dopo avere dato il via alla strategia anti-curdi per vincere le prossime elezioni anticipate, il presidente turco dimezzato non potrebbe sottarsi alle sue responsabilità che sono numerose, prima tra tutte le distruzione della convivenza civile tra le diverse anime della complessa e meravigliosa società turca in nome del suo integralismo ad uso e consumo politico.

 

Erdogan, sospettato da mezzo mondo di appoggiare l’Isis, la cui politica estera è ambigua come solo quella russa sa essere, al centro di scandali che vedono protagonista anche l’amato primogenito Bilal (ora in Italia, pare) prontamente messi sotto silenzio, è in una situazione politica delicatissima: il suo parlamento è governato dalle opposizioni, prima tra tutte quella curda che gli ha tolto la maggioranza assoluta privandolo dei voti necessari a cambiare la Costituzione in senso presidenziale attaccandogli la poltrona alle chiappe vita natural durante. Erdogan e solo lui è il responsabile morale delle morti per attentati kamikaze di tre giorni fa nella capitale Ankara. Solo lui e la sua sete di potere animata da un islamismo politico opportunista e falso sono gli ispiratori morali dei due attentatori che hanno distrutto la vita di centinaia di persone con un attentato dove hanno preteso di uccidere l’idea di pace, senza riuscirci.

 

La manifestazione era stata organizzata dall’opposizione di sinistra e da simpatizzanti filo curdi per chiedere la Pace e la fien dei combattimenti tra le forze di sicurezza turche e il hruppo armato turco PKK e per opporsi al crscente autoritarismo dell’islamista AKP, partito per la Giustizia e lo Sviluppo [sic] governato col pugno di ferro dal dittatore Erdogan.

 

Internazionale pubblica un articolo dove si afferma tra le altre cose “è più verosimile che l’attentato sia opera dei jihadisti dello Stato islamico, che non perdonano al presidente turco di averli attaccati dopo averli discretamente appoggiati – anche se solo in modo passivo – nella speranza che prevalessero su Bashar al Assad, il presidente siriano di cui Ankara vorrebbe la sconfitta per ragioni di equilibrio regionale tra sunniti e sciiti”.Un tesi che nulla toglie alle spaventose responsabilità di Erdogan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(12 ottobre 2015)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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