di Daniele Santi
Succede a Mortara, nomen omen, dove il sindaco di un monocolore leghista ha deciso che alcuni profughi ospitati in paese non potevano giocare a calcio e, non contento, ha messo alle strette la società cooperativa Faber che ospita 131 richiedenti asilo in quattro strutture lomelline, di cui due proprio a Mortara, minacciandoli di sospendere la convenzione per la gestione dei campi di calcio, per la quale percepisce un contributo dal Comune di 40mila euro l’anno.
I fascisti metodi di esclusioni sociale del sindaco Marco Facchinotti sono stati giustificati dal primo cittadino con una frase che passerà alla storia e per la correttezza [sic] del lessico e per la pulizia [sic] delle intenzioni: “Noi non vogliamo che persone con uno status ibrido si allenino sui campi del Comune” e ancora “Far giocare queste persone ci sembra uno sgarbo alle famiglie che portano i loro ragazzi a calcio”.
Tra i giovani profughi coinvolti nell’assurdo teatrino della discriminazione leghista, vi sono anche due cittadini libici che nel loro Paese, erano calciatori professionisti.
(23 settembre 2015)
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