di Il Capo
Muri di filo spinato per tenere lontani bambini e gente che ha bisogno di un post dove vivere: così, grazie al razzismo neonazista ungherese e alla sete di consenso di Victor Orbàn, l’Unione Europea si è trasformata in tutto ciò da cui è fuggita: un luogo che costruisce muri discriminatori. L’esempio ungherese è vergognoso ed apre la strada a tutti i futuri razzismi possibili. Per questo va fermato. O meglio andrebbe.
Le farraginose leggi europee, i meccanismi così lenti, l’impossibilità di trovare accordi veloci su questioni cruciali – e la risposta ungherese è più che cruciale, lo vedremo fra vent’anni – si dimostra ancora una volta il punto debole di questa Unione Europea che nonsa mai che pesci pigliare e che per slogan, più che per programmi, per urgenze, più che per previsione, si trova a dover contrastare l’incontrastabile senza, apparentemente, rendersi nemmeno conto di quali dinamiche politiche si agitano nei paesi che la compongono.
L’Ungheria è di fatto fuori dall’Europa. Lo è perché viene meno a uno dei principi di solidarietà che costituiscono uno degli elementi fondanti dell’Unione. Poi, siccome ci sono i dietrologi che hanno sempre ragione, va detto che noi non sappiamo se ci siano ed eventualmente quali siano possibili accordi segreti sulla questione.
Centinaia di migliaia di migranti che fuggono dalle guerre sono una tragedia per coloro che la soffrono ed un problema per coloro che si sentono invasi e non hanno i mezzo, o pensano di non averli, per poter far fronta a queste massicce ondate migratorie. Ma è possibile che nessuno delle teste pensanti [sic] che popolano le istituzioni europee abbiano valutato la possibilità che la temuta ondata migratoria accadesse? Che nessuno abbia preparato un piano per farvi fronte? Possibile che l’unica risposta possibile dell’istituzione che si candida ad essere l’unica al mondo ad avere tra le sue priorità i Diritti Umani dei suoi cittadini, sia il muro di Orbàn?
Carcere per i migranti che danneggiano il filo spinato , polizia con idranti e gas lacrimogeni contro la folla che preme, nonostante i muri, per realizzare il suo sacrosanto diritto ad una vita decente, per sfuggire alla guerra, alla fame, alla morte. Non c’è modo di fermare queste masse di disperati. Nessuno le ha mai fermate. Nessuno le fermerà. Gli Ungheresi sono un popolo che ha lungamente patito, durante tutto ils ecolo scorso, il giogo dell’oppressione. Purtroppo da quella lezione non ha imparato nulla.
(17 settembre 2015)
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